Abbiamo problemi con la gente.
Un’anonima partita di primo turno in un anonimo palazzetto dell’Est Europa tra due tennisti anonimi che avrebbero tanto da dire ma spesso scelgono di non farlo: è Copil-Haase a Sofia.
Il sole del pomeriggio romano, le volée di Mahut, la pignoleria di Herbert: al tennihipster non serve nient’altro.
Ricomincia la stagione e il tennishipster è più in forma che mai. Ma Roger Federer potrebbe rovinargli la festa, ancora una volta.
Finalmente è finito Wimbledon e il tennishipster può tributare gli onori a chi sa mettersi da parte quando la storia glielo chiede: Ricardas Berankis.
Pur non amando gli ATP 500 (diciamo così) il tennishipster è andato ad Halle. C’è un idolo d’infanzia da celebrare, Florian Mayer, e una vendetta da consumare: e pazienza se il latte chai sembra quello di Starbucks.
Sono passati tanti anni da quando il tennishipster fece la sua prima maratona australiana. Ma nonostante tutta la sua esperienza, quest’anno ha commesso un errore imperdonabile.
Anche i tennishipster hanno il diritto al loro FinalShowdown. E pazienza se al buffet c’è il succo di melograno invece del Moët & Chandon.
È stato un weekend intenso, quello del tennishipster, tra tennisti senza classifica e best ranking a quattro cifre: i play-off di Coppa Davis di cui nessuno si è accorto sono il momento migliore per scoprire nuovi idoli da aggiungere alla lista.
Gli ATP 250 di fine anno sono tornei preziosi, sul cui terreno rigoglioso si possono trovare dei tesori di inestimabile valore. Così il nostro hipster ossessionato dai talenti lasciati ai margini non si può lasciare scappare un’occasione del genere e si prepara per una delle settimane più importanti dell’anno.
Come spesso accade, la prima settimana degli US Open è una settimana di passione per il tennishipster, che si consola con i gesti demodé di Ruben Bemelmans e con le speranze del nuovo che avanza.
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