Abbiamo problemi con la gente.
By Giulio Fedele Posted in spotting on 10 Gennaio 2019 9 min read
Quando si dice che il WTA Tour è un campo minato, perché ad ogni livello di classifica ci sono buone giocatrici, non si scherza e la prova viene ciclicamente offerta al momento della compilazione dei tabelloni dei Grandi Slam. Il primo quarto di questi Australian Open comprende: la numero 1 del mondo nonché finalista della scorsa edizione (Halep), altre 4 ex numero 1 del circuito (Venus Williams, Serena Williams, Karolina Pliskova, Garbiñe Muguruza), 5 vincitrici Slam (le precedenti giocatrici nominate, esclusa Pliskova, con l’aggiunta di Samantha Stosur), e altre mine vaganti.
Partendo dalla cima di questa sezione, Simona Halep è stata tutt’altro che fortunata nel suo cammino: dovrà affrontare al primo turno ancora una volta, proprio come agli scorsi US Open, quando ne uscì sconfitta, Kaia Kanepi. La tennista estone, numero 70 del ranking WTA, se è in giornata è praticamente ingiocabile anche per le migliori. Proseguendo, la strada non le fa più agevole per Halep: potrebbe incontrare Venus Williams (finalista a Melbourne nel 2017) al terzo turno e Serena Williams agli ottavi (sette volte vincitrice del torneo, l’ultima nel 2017, prima della gravidanza); ai quarti non si può scampare dall’affrontare una giocatrice di grande caratura: in questo caso sarebbe una fra Karolina Pliskova (testa di serie numero 7) o Garbine Muguruza (numero 18, ma già vincitrice di Roland Garros e Wimbledon).
Ci si aspetta un ritorno prepotente di Serena Williams, che al primo turno affronterà la tedesca Tatjana Maria, al secondo probabilmente Eugenie Bouchard (semifinalista a Melbourne nel 2014), e al terzo turno potrebbe trovare qualche difficoltà in più nel giocare contro Carla Suárez Navarro. La sensazione è che la sua strada quantomeno fino agli ottavi sia in discesa.
Nella parte bassa di questo quarto bisogna prestare attenzione a Muguruza, che in passato ci ha abituato a non conoscere vie di mezzo: inizia il torneo in versione schiacciasassi oppure esce nei primi turni. La spagnola inizierà contro Saisai Zheng, una tennista che limitata in quanto a potenza dei colpi, ma che potrebbe far innervosire l’avversaria con un tennis cervellotico e imprevedibile. Muguruza e Karolina Pliskova si daranno battaglia per raggiungere l’ottavo di finale. La sfida si prospetta molto interessante a patto che le tenniste siano al meglio: Pliskova parte in vantaggio, ha già vinto un trofeo in questo 2019 (Brisbane) e domina gli scontri diretti con sette vittorie a fronte di due sconfitte. La tennista ceca esordirà contro una qualificata.
O meglio, l’italiana. Singolare. Stiamo parlando di Camila Giorgi, su cui è sempre complicato fare un discorso sul sorteggio data la sua abilità di esaltarsi in positivo nei match più difficili e di esaltarsi in negativo in quelli apparentemente più semplici. Sulla carta, il tabellone è dolce-amaro. Giorgi fa parte di quel primo quarto costellato di grandi nomi di cui parlavamo sopra, ma è riuscita ad evitare la sezione degli ottavi con le sorelle Williams. Testa di serie numero 27, avrà un esordio facile contro la slovena Dalila Jakupovic e al secondo turno affronterà con tutta probabilità la romena Ana Bogdan, contro cui ha vinto l’ultimo scontro diretto giocato l’anno scorso a New Haven (2-1 per Camila nel conto complessivo degli incontri). Se dovesse arrivare al terzo turno troverebbe Karolina Pliskova, e allora le cose si farebbero interessanti. Il terzo turno raggiunto nel 2015 è anche il miglior risultato ottenuto da Giorgi agli Australian Open. Dalle qualificazioni potrebbe comunque aggiungersi Martina Trevisan, che all’ultimo turno se la vedrà con Zhu Lin.
(La guida al tabellone maschile)
Halep-Kanepi è di sicuro il match di copertina, non solo per le potenziali sorprese, ma anche per la storia recente degli scontri diretti. Agli US Open dell’anno scorso vinse l’estone per 6-2 6-4. Ecco perché Darren Cahill, da poco ex coach di Halep, ha sgranato gli occhi durante la cerimonia del sorteggio. Tra gli altri incontri di primo turno che meritano una sbirciata notturna (tra l’Italia e Melbourne ci sono infatti 10 ore di differenza), in ordine di quarto di tabellone abbiamo:
Caroline Wozniacki torna per la prima volta come detentrice di un trofeo del Grande Slam. Giocherà questi Australian Open come testa di serie numero 3 ed è stata sorteggiata nel terzo quarto, nella parte inferiore. L’esordio contro Alyson Van Uytvanck non sarà dei più semplici: la tennista belga, numero 51 del ranking WTA, se in giornata può riuscire a imporre il suo gioco. Van Uytvanck è una giocatrice molto aggressiva e quindi, se riuscirà a non farsi intrappolare dal muro difensivo di Wozniacki, il risultato potrebbe essere quello di una bella partita. Altrimenti sarà il classico turno agevole. Wozniacki, se passasse il turno, non dovrebbe avere difficoltà a raggiungere i sedicesimi di finale per incontrare, se ci arriverà, Maria Sharapova. Il loro ultimo scontro, vinto dalla russa, risale al 2015, sulla terra di Madrid. In generale, Sharapova conduce per sei vittorie a fronte di quattro sconfitte. Ai quarti di finale Wozniacki potrebbe incontrare Petra Kvitova oppure la pronosticata sorpresa del torneo, Aryna Sabalenka, testa di serie numero 11 che è stata sorteggiata proprio nell’ottavo della tennista ceca due volte vincitrice di Wimbledon. Nel caso, sarebbe una bella partita. In una ipotetica semifinale, Wozniacki potrebbe giocarsela con Angelique Kerber, che a Melbourne iniziò la sua scalata di successi negli Slam per arrivare in cima al ranking.
L’anno scorso arrivarono in finale la testa di serie numero 1 e la testa di serie numero 2, un fatto piuttosto inconsueto, anche perché nei tempi recenti gli Slam avevano spesso favorito tenniste più votate all’attacco che alla difesa, com’era invece il caso di Halep e Wozniacki. Fu un match meno bello di quanto ci si aspettasse, ma del resto la posta in palio era altissima visto che entrambe avevano già disputato, e perso, cinque finali Slam. Vinse quella che ne aveva perse meno, Wozniacki, ma Halep la imiterà pochi mesi dopo al Roland Garros.
Gli Australian Open 2018 furono lo Slam di Elise Mertens, qualificatasi in semifinale senza nemmeno perdere un set, nonostante un tabellone non semplice: batté Gavrilova al secondo turno, Cornet al terzo e Elina Svitolina, testa di serie numero 4, ai quarti. Alla fine Mertens perse contro Wozniacki, che così come l’altra finalista, Simona Halep, aveva rischiato grosso nella prima settimana: sia la danese che la romena avevano dovuto cancellare dei match point e Halep era stata addirittura costretta a giocare un lunghissimo set decisivo nel terzo turno contro Lauren Davis, finito per 15-13 a suo favore. Non succederà quest’anno, perché gli Australian Open hanno introdotto il tie-break (a 10) per il set decisivo: non vedremo quindi altre partite come Petkovic-Kvitova (6-3 4-6 10-8), sperando di farcene una ragione.
Ci furono molti match da ricordare, come quello già menzionato tra Halep e Davis, con break a ripetizione, o quello tra Petkovic e Kvitova, uno dei primi turni che aveva generato più attesa e che una volta tanto non tradì le aspettative, o ancora l’incredibile rimonta di Wozniacki, sotto 5-1 e 40-15 nel terzo set contro Jana Fett. Ma il match migliore del torneo, anche considerando il tabellone maschile, fu senz’ombra di dubbio la semifinale tra Angelique Kerber e Simona Halep, 6-3 4-6 9-7, una partita che è andata esattamente come ci si aspettava, con lunghi scambi e tanti ribaltamenti. Non ci si aspettava che entrambe riuscissero a giocare così bene e così a lungo per ampi pezzi della partita, e infatti molti lo considerano anche il miglior match del 2018. Quest’anno le due potranno affrontarsi solo in finale, ma chissà se ci arriveranno.