Abbiamo problemi con la gente.
By Giulio Fedele Posted in spotting on 10 Gennaio 2018 9 min read
Ricordate quando un anno fa Serena Williams alzava la coppa degli Australian Open dopo aver vinto una finale revival contro la sorella Venus? Nel 2017 Serena ha avuto la sua prima gravidanza e si è presa una pausa per il resto della stagione. Questi Australian Open sarebbero dovuti essere il torneo del suo rientro, ma così non sarà. Serena figurava nell’entry list del torneo ma ha deciso di non parteciparci. «So di poter gareggiare, ma non voglio gareggiare. Il mio team mi dice sempre di andare a giocare un torneo soltanto quando sono pronta ad arrivare fino alla fine», ha detto dopo aver giocato una partita di esibizione ad Abu Dhabi contro la campionessa in carica del Roland Garros, la lettone Jelena Ostapenko. Così il torneo ha perso la sua prima figura di rilievo, la detentrice del titolo, e dovrà prepararsi a coronare una nuova campionessa. Per il resto delle formalità a cui sono sottoposti i campioni in carica, gli organizzatori si sono già attrezzati, ingaggiando al suo posto per la cerimonia del sorteggio dei tabelloni Maria Sharapova. Una scelta di marketing, certo, ma che racconta di un sotteso fil rouge: gli Australian Open sono stati l’ultimo torneo giocato dalla russa prima di quella famigerata conferenza stampa di due anni fa, quando su una sudicia moquette di un hotel annunciò la sua sospensione per doping. Ma tornando alle assenti-che-annunciavano-il-rientro, anche Viktoria Azarenka (che manca dalle competizioni da Wimbledon) ha dato forfait all’ultimo momento. La bielorussa, due volte vincitrice della Daphne Akhurst Memorial Cup (questo il nome del trofeo degli Australian Open femminili), aveva chiesto una wildcard, salvo poi rinunciarvi per la stessa ragione che l’aveva portata a saltare anche gli US Open: una controversia giudiziaria sulla custodia di suo figlio, Leo, avuto dal precedente compagno, Billy McKeague. Azarenka, che vanta due titoli dello Slam in bacheca, non intende infatti stare troppo lontana da suo figlio, impossibilitato a viaggiare in forza di una misura cautelare in pendenza della risoluzione della controversia. E se la montagna non va a Maometto allora è Azarenka a rinunciare agli Australian Open.
La sua wildcard è così andata ad Ajla Tomljanovic. Le altre sette wildcard sono state assegnate a Destanee Aiava (AUS, 17 anni), Lizette Cabrera (AUS, 20), Jaimee Fourlis (AUS, 18), Jessika Ponchet (FRA, 21), Olivia Rogowska (AUS, 26), Wang Xinyu (CHI, 16) e Kristie Ahn (USA, 25), la quale ha preso il posto di Taylor Townsend, in origine wildcard designata dalla Federazione tennista statunitense (in base ad uno scambio reciproco di wildcard tra federazioni) ma che ha poi raggiunto il ranking necessario per entrare direttamente in tabellone. Altre assenti sono le infortunate Timea Bacsinszky (infortunio alla mano), Svetlana Kuznetsova (polso sinistro) e Laura Siegemund (ginocchio).
Tra i ritorni graditi figura quello di Belinda Bencic, che proprio a Melbourne, ben quattro anni fa, esordì per la prima volta in un torneo dello Slam, quando aveva solo 16 anni e gareggiava, dopo aver vinto superato le qualificazioni, contro la quarantatreenne Kimiko Date-Krumm. Il 2017 è stata una stagione in chiaroscuro per Belinda, alle prese con il recupero dall’infortunio al polso che l’ha costretta ad operarsi e a saltare metà stagione. A settembre, ha ricominciato dai tornei minori vincendo San Pietroburgo e conquistando la doppietta Hua Hin-Taipei, guadagnandosi l’accesso diretto al tabellone di questi Australian Open. In preparazione a questo torneo, che è l’unico torneo Slam che aveva giocato l’anno scorso, ha giocato la Hopman Cup, un torneo-esibizione a squadre nel quale ha fatto coppia con Federer, finendo per vincere il trofeo.
1-2: Halep, Wozniacki
3-4: Muguruza, Svitolina
5-8: V. Williams, Pliskova, Ostapenko, Garcia
9-12: Konta, Vandeweghe, Mladenovic, Goerges
13-16: Stephens, Sevastova, Pavlyuchenkova, Vesnina
17-24: Keys, Barty, Rybarikova, Strycova, Kerber, Kasatkina, Gavrilova, Cibulkova
25-32: Peng, Radwanska, Kvitova, Lucic-Baroni, Safarova, Bertens, Makarova, Kontaveit
La disposizione delle teste di serie nel tabellone disegna incroci specifici: le prime 8 pescano al terzo turno le tenniste del gruppo 25-32; il gruppo 9-16 trova invece le tenniste del gruppo 17-24; agli ottavi le prime 4 pescano il gruppo 13-16, mentre il gruppo 5-8 trova le tenniste del gruppo 9-12; ai quarti di finale le prime 4 non possono incontrarsi e infine le prime 2 non possono essere sorteggiate nella stessa metà di tabellone.
Come è facile notare, ci sono delle tenniste molto pericolose negli ultimi due gruppi di teste di serie. Per fare qualche esempio, il terzetto Kerber-Kvitova-Radwanska attualmente è al di fuori della top 20 mondiale e quindi può rappresentare un ostacolo anticipato per qualsiasi delle prime 16 giocatrici. Da rilevare anche come Mladenovic, nonostante sia testa di serie numero 11, abbia all’attivo una striscia di quattordici sconfitte consecutive che è iniziata alla fine dell’anno scorso. Da sequenze negative a sequenze positive: Julia Görges ha invece vinto quattordici match di fila, conquistando i titoli di Mosca, Zhuhai e Auckland. Delle prime quattro teste di serie, va anche notato come Halep e Svitolina abbiano all’attivo già un titolo (rispettivamente Shenzhen e Brisbane).
(La guida agli Australian Open maschili 2018)
In due occasioni, lo scorso anno, è capitato che una tennista che non fosse compresa tra le teste di serie arrivasse a vincere il titolo di uno Slam (Jelena Ostapenko a Parigi e Sloane Stephens a New York), quindi sarà bene tornare a cercare qualche nome che possa ancora una volta sovvertire le gerarchie WTA.
È già successo e potrebbe capitare ancora: Maria Sharapova, che non è compresa tra le teste di serie, potrebbe essere sorteggiata con chiunque al primo turno e rendersi protagonista di uscite eccellenti. Agli US Open era toccato alla numero due del mondo, Simona Halep. Poi Sharapova perse agli ottavi contro Anastasija Sevastova, ma questa è un’altra storia. La condizione della russa è un’incognita, ma è proprio questa arma che la fa figurare come la prima tra le possibili sorprese. Occhio anche ai fenomeni aussie, che sanno esaltarsi di fronte al pubblico di casa. Una su tutte: Ashleigh Barty, che nell’arco del 2017 ha scalato più di 200 posizioni del ranking WTA fino a conquistare la top 20. Potrebbe essere arrivato il momento del salto di qualità.
Ancora, al di fuori delle teste di serie, per il capitolo “giovani promesse”: Catherine CiCi Bellis, ragazza prodigio del tennis americano che ha già vinto 6 partite in questo 2017, a fronte di una sconfitta (anche se sta ancora giocando il torneo di Sydney). Tutti se la ricordano per l’exploit a soli 15 anni contro Dominika Cibulkova agli US Open. Ora, diciottenne, sembra già avere una buona maturità, ed è già nella top 70 della classifica mondiale. Questa sarà la sua sesta apparizione Slam, chissà che non sia quella buona per vederla raggiungere per la prima volta la seconda settimana.
Ma il capitolo più interessante è quello delle sorprese all’interno del gruppo delle teste di serie. Angelique Kerber, infatti, ha deciso di lasciarsi alle spalle l’orribile anno scorso, nel quale è passata da numero 1 del mondo a top 30. Quest’anno sarà molto interessante capire se la tedesca aveva soltanto necessità di metabolizzare tutto quello che era riuscita a conquistare l’anno precedente (due titoli Slam e prima posizione del ranking) oppure se la crisi fosse il segno di una caduta inevitabile. Fatto sta che nel primo torneo dell’anno ha già eliminato due giocatrici dure come Lucie Safarova e Venus Williams. Abbiamo già parlato dello stato di forma strepitoso di Julia Görges. Anche lei parla di un “cambio di mentalità”, una diversa maturità che le ha trasmesso il suo team: chissà che non possa essere una prepotente contendente per il titolo di quest’anno.
Melbourne ha dieci ore di differenza rispetto all’Italia, per cui gli Australian Open sono lo Slam buono per chi si alza molto presto o per chi ha la fortuna di poter dormire durante il giorno. Visto che la giornata inizia alle 11 locali, in Italia è l’una di notte. I match vanno avanti fino a tarda sera sui campi coperti, quando in Italia è già pomeriggio. Non ci sono novità per quanto riguarda i campi coperti, che sono i tre principali: Rod Laver Arena, Hisense Arena, Margaret Court Arena. Il sorteggio dei tabelloni avverrà giovedì 12 gennaio ore 19:30 locali, 9:30 italiane.
Lunedì 15 gennaio – martedì 16 gennaio: primo turno
Mercoledì 17 gennaio – giovedì 18 gennaio: secondo turno
Venerdì 19 gennaio – sabato 20 gennaio: terzo turno
Domenica 21 gennaio – lunedì 22 gennaio: ottavi di finale
Martedì 23 gennaio – mercoledì 24 gennaio: quarti di finale
Giovedì 25 gennaio: semifinali femminili, non prima delle 19:30 (le 9:30 italiane)
Sabato 27 gennaio: finale femminile, non prima delle 19:30 (le 9:30 italiane)
Venus Williams, dopo i tentativi falliti dello scorso anno, proprio a Melbourne ed a Wimbledon, vuole tentare ancora una volta di diventare la più anziana giocatrice a vincere un trofeo dello Slam in singolare. Il record è nelle mani della sorella Serena, che a 35 anni e 125 giorni ha vinto gli Australian Open 2017, mentre Venus ha oggi 37 anni e 5 mesi. Per lei si tratterebbe dell’ottavo titolo Slam, ad una sola lunghezza da Monica Seles, nonché il primo Australian Open, uno dei due trofei, assieme a Parigi, che manca alla sua collezione.
Le numero 1 e 2 del ranking, Halep e Wozniacki, condividono un destino amaro: sono entrambe state numero 1 del mondo senza Slam in tasca, entrambe hanno fallito l’opportunità due volte, entrambe nello stesso Slam (Halep a Parigi, Wozniacki a New York). L’unica differenza sta che Wozniacki sarebbe la prima polacca a vincere uno Slam se trionfasse a Melbourne, mentre invece Halep non avrebbe questo onore, sottrattole da Virginia Ruzici quando nel 1978 vinse il Roland Garros.
Maria Sharapova, cercherà di interrompere un digiuno che dura da quasi quattro anni (l’ultimo Slam vinto fu a Parigi nel 2014) e di tornare a vincere uno Slam sul cemento dopo dieci anni (Australian Open 2008). Per lei si tratterebbe del sesto Slam complessivo, uno in più di Martina Hingis e Evonne Goolagong, uno in meno rispetto a Justine Henin e Venus Williams. La russa è anche terza all-time per partite vinte agli Australian Open: se ne vincesse 4 raggiungerebbe Lindsay Davenport a quota 56. Serena Williams è irraggiungibile a quota 81, ma almeno quest’anno potrà puntare a ridurre il gap.