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Goodbye Jarkko Nieminen, it was a pleasure

Lo US Open, solo per essere l’ultimo slam dell’anno, è chiaramente lo Slam dell’addio per molti giocatori, specie americani. Ricordiamo tutti i farewell di Agassi e Roddick in passato, e siamo pronti a celebrare quello di Mardy Fish quest’anno. Ieri però, nel primo turno dello US Open, un altro giocatore ha giocato la sua ultima prova del Grande Slam a New York: Jarkko Nieminen. Il finlandese, è uscito di scena mestamente perdendo contro Tsonga, salutando, for good, come dicono da quelle parti, il pubblico di New York.

Nieminen è stato uno di quei tennisti superficialmente, e volgarmente, definiti comprimari di questo sport; un tennista sempre troppo poco apprezzato, uno di quelli che non riempiono mai gli spalti, affamati solo dei Federer e dei Nadal, dei Djokovic e dei Murray, ma mai abbastanza dei giocatori fuori dalla top 10.

Il match contro il francese, testa di serie numero 19 del torneo, è durato solamente un’ora e trentadue minuti. Nieminen ha perso per 6-3 6-1 6-1. A fine gara ha dichiarato:

“All’inizio ho retto bene, ma Tsonga al servizio era ingiocabile. Se lui serve bene, e io male, allora vincere contro di lui è molto difficile”

Quella di ieri è stata la settima eliminazione al primo turno dello US Open per il finlandese, che è arrivato ai quarti di finale nel 2005, e ha vinto addirittura il torneo, nel 1999, ma da junior. Nonostante la vittoria, decise di non passare al professionismo e di concludere gli studi:

“Fu una decisione ottima. Non ero pronto per il circuito, né mentalmente, né fisicamente. Non avevo nemmeno finito le superiori, sarei stato completamente dipendente dal tennis”

Jarkko Nieminen, finlandese di Masku, è nato nel 1981 ed è senza dubbio il più grande giocatore di sempre della Finlandia, un paese che conta neanche sei milioni di abitanti. Prima dell’arrivo di Nieminen, il migliore risultato della Finlandia era stato quello di Veli Paloheimo, numero 48 nel 1991. Nieminen fece decisamente meglio, anche se dopo la vittoria agli US Open junior, disse che il suo obiettivo era “entrare nei primi 50, e poi si vedrà. Sette anni dopo raggiungerà il suo miglior ranking, al numero 13 della classifica ATP. In carriera, Jarkko ha vinto due titoli ATP (Auckland 2006 e Sydney 2012) e tre di doppio, mentre nelle prove maggiori ha raggiunto i quarti di finale allo US Open 2005, a Wimbledon nel 2006 e all’Australian Open del 2008. Dopo quindici anni nel tour, a 34 anni, Nieminen ha deciso di dire basta. Giocherà ancora tre tornei in autunno, prima di salutare definitamente il pubblico del tennis al torneo di Stoccolma, a due passi da casa.

Ieri, in conferenza stampa, il finlandese non era triste:

“Non ho realizzato all’ingresso in campo che ero al mio ultimo torneo del Grande Slam. L’ho realizzato quando sono uscito dal campo. Ora non mi sento triste. Forse lo sarò quando l’aereo decollerà da New York per riportarmi a casa, a Helsinki. Speravo di lottare di più in campo, nell’ultima partita allo US Open”

Su cosa gli mancherà del circuito ha già le idee chiare:

“Mi mancherà l’atmosfera, l’adrenalina prima durante e dopo le partite. I tornei dello Slam sono tornei incredibili, e io sono stato fortunato ad averne giocati oltre cinquanta”

Nell’anno del suo addio al tennis, quasi ad omaggiarlo, gli è toccato giocare sul campo centrale di tutte le prove dello Slam a cui ha partecipato. In Australia ha perso sulla Rod Laver Arena da Stan Wawrinka; al Roland Garros è stato battuto sul Philippe Chatrier da Novak Djokovic, che poi lo ha battuto nuovamente sul campo centrale di Wimbledon un mese dopo (dopo che Jarkko aveva concluso la storia tra Hewitt e Wimbledon nel turno precedente):

“Quando ho lasciato il campo centrale di Wimbledon il pubblico mi ha applaudito perché sapeva che non sarei tornato più a giocare lì. Per me è stato speciale, perché non pensavo che gli spettatori sapessero del mio ritiro. Sono stato felice di aver giocato bene in quelle occasioni”

Dev’essere duro in quei momenti cercare di controllare le emozioni. Hai appena perso contro il numero uno del mondo giocando per l’ultima volta a Wimbledon, e per cercare di rimanere glaciale – sei finlandese, no? – cerchi disperatamente qualcosa nella borsa da tennis, giocando con le zip e passandoti la mano nei capelli per la terza volta in pochi secondi. Stai seduto ancora qualche secondo. Respiri l’odore dell’erba, in attesa che Djokovic chiuda la sua borsa per uscire assieme secondo il cerimoniale. Poi metti in spalla la tua e vi avviate verso gli spogliatoi, con Djokovic che si defila quando parte l’applauso del pubblico, tutto per te questa volta. Il serbo batte le mani e ti concede la scena, da signore qual è. E finalmente, Jarkko, liberi il tuo sorriso.

Da bambino, quando il pubblico del tennis si divideva fra Borg and McEnroe, Jarkko preferiva Vilas. Poi si è appassionato a Becker, Edberg e Sampras. Gli piacciono l’hockey, il calcio, il basket e anche il badminton. Jarkko ha iniziato a giocare a tennis nel soggiorno di casa quando aveva 5 anni, “colpendo la palla tutto il giorno verso la finestra del soggiorno, senza mai romperla però”.

Nieminen non ha mai lavorato. A meno che non consideriate il tennis un lavoro. Ha avuto una Fiat come prima auto, e il suo piatto preferito sono le polpette di carne. Sul gelato la sua scelta è il mirtillo. Jarkko ha fatto il grande salto nel 2001, quando è entrato nella top 100 e ha cominciato a ricevere le attenzioni dei media. Unico tennista finlandese a girare il circuito, non ha mai sofferto della mancanza di un connazionale sui campi da tennis, stringendo amicizia con i tennisti svedesi e danesi, i vicini di casa.

Giocatore mancino, dal rovescio bimane molto ordinato e molto sicuro e dal diritto impattato mediamente dietro (ma che comunque gioca con efficacia quando ha tempo di caricarlo), Nieminen è un tennista eclettico, capace anche di trovare soluzioni di fino. Capace di giocare un tennis a tutto campo, è famoso per alternare la resistenza da fondo campo a improvvisi serve and volley.

Del suo gioco, in passato, ha dichiarato:

“Posso variare molto il mio gioco da un giorno all’altro, attaccando la rete o rimanendo dietro a fondocampo. Questo stile di gioco penso sia uno dei miei punti di forza”

Sul lato del rovescio, Nieminen è capace di fare cose molto pregevoli

E poi:

“Posso definirmi un gran lottatore sul campo, dove ho sempre dato il mio meglio. E il fatto di avere avuto una carriera così lunga non può che rendermi fiero di ciò che ho fatto”

Ad Auckland, in Australia, nel 2006, Nieminen vince il primo dei suoi due titoli ATP. All’epoca Jarkko ha 24 anni e in finale batte il croato Mario Ancic con un secco 6-2 6-2.

Al magazine dell’ATP, rievocando il momento, dichiara:

“È stata la mia gioia più grande. Ero andato vicino a vincere un titolo ma finalmente ce l’ho fatta. È stato uno dei momenti più belli della mia carriera”

La Finlandia, fino a quel momento, non aveva mai vinto un titolo ATP.

“Questa vittoria è una grande cosa per la mia nazione. Spero che serva da ispirazione al movimento del tennis giovanile finlandese”

Intanto, quella vittoria ha permesso al tennis di ritagliarsi uno spazio più cospicuo sulle pagine sportive dei giornali che, solitamente, erano piene di articoli sui motori e sull’hockey su ghiaccio. Rimane però l’unico tennista finlandese di altissimo livello.

Nel 2006, commentando la sua carriera da professionista, dichiara:

“Questo è il mio sesto anno sul circuito, oramai conosco tutti e non mi sento più solo. I tennisti scandinavi mi hanno preso immediatamente nel loro gruppo, non appena ho iniziato a giocare bene. Certo, mi piacerebbe che ci fosse qualche altro giocatore finlandese a giocare i miei stessi tornei”

Il finlandese è uno dei tanti che si ritirerà dal circuito con le idee ben chiare su chi sia stato il tennista più difficile da affrontare nel corso della sua carriera.

“Roger Federer. Ci ho giocato contro dieci volte e ci ho perso altrettante. Contro di lui non ho mai vinto un set”

Ha sempre dichiarato che amerebbe andare in vacanza in Nepal, o sull’Himalaia. Magari con sua moglie Anu, la migliore giocatrice di badminton della Finlandia.

Intanto però c’è da finire la stagione. Jarkko Nieminen giocherà la sua ultima partita nell’ATP nella settimana del 19 ottobre, sperando che l’ultima sia il 25 ottobre, giorno della finale del torneo di Stoccolma, dove ha giocato tre finali senza mai vincere: 2001, 2006 e 2011. Uscire di scena in un torneo minore ma alzando al cielo un trofeo: può esserci epilogo finale nella vita di un comprimario del tennis?

Nieminen lascia il circuito con un record: ha vinto il match più corto della storia del tennis, quello contro l’australiano Bernard Tomic al torneo di Miami nel 2014: 28 minuti la durata della partita. Ma cosa fa un giocatore di questo livello quando abbandona il circuito? Non abbandona il tennis, di certo. Aver vissuto a livelli professionistici uno sport del genere, una competizione individuale che chiede di continuo di essere te stesso in campo, non può che reclamare la tua attenzione anche quando stare sul campo non significherà giocare per punti ATP. E allora Nieminen si concentrerà sulla sua accademia di tennis, aperta tre anni fa.

Avrebbe voluto che la Finlandia seguisse l’esempio della Svezia, una volta una grande scuola tennistica con tradizione. Ora, che dietro di lui in classifica c’è Micke Kontinen dopo la posizione numero 400, passerà a insegnare tennis. Chissà che il nuovo Nieminen non lo tiri fuori proprio Nieminen.

Jarkko Nieminen US Open 2015


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