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Thiem non va in ferie

Dominic Thiem, dopo la sconfitta contro Milos Raonic, ha chiuso il suo 2016 portando il numero delle partite giocate a quota 79. Di queste, ne ha vinte 57, con quattro tornei vinti che gli hanno permesso di conquistare stabilmente la top 10 in classifica. Solamente Andy Murray, nel circuito ATP, ha giocato più match dell’austriaco nel 2016, 84 fin qui, numero che è destinato a salire probabilmente fino a 87.

Fra tornei dello Slam, ATP e Coppa Davis, l’austriaco ha partecipato a 27 competizioni nel 2016. Lui dice che ha bisogno di giocare e che, il prossimo anno, metterà al centro delle sue attenzioni la “consistency”, la costanza, ovvero eliminare gli alti e bassi durante la stagione (probabilmente solo i bassi…). Si tratta di un obiettivo molto ambizioso perché Thiem chiede molto al suo fisico per esprimersi al meglio.

Uno dei limiti attuali di Thiem è che non ha molte alternative di gioco. Specie a Londra, dove la superficie della O2 Arena è stata velocizzata rispetto agli ultimi anni, il suo gioco risulta penalizzato.

Una statistica di Tennis Channel ha misurato la velocità media di dritto degli otto più Goffin alle Finals: Thiem è risultato il migliore in questa graduatoria. Quando l’austriaco ha tempo di caricare il colpo, riesce a trasferire sulla palla tutto il peso del corpo, merito dell’apertura ampia e del movimento che esaspera il topspin per tenere la palla in campo esprimendo il massimo della potenza. Il contrappasso, di questo movimento così ampio e che, quindi, richiede un perfetto timing sulla palla per essere efficace, è che Thiem spesso non riesce a controllarlo. Un nanosecondo in meno a disposizione si traduce in un impatto impreciso, in dritti che escono larghi se giocati in lungolinea, per non dire delle frequenti stecche. Non a caso, Thiem è un giocatore che utilizza spesso la soluzione in backspin anche dal lato del dritto, sia in risposta al servizio, quando decide di non rispondere due o tre metri dietro la linea di fondocampo, sia in recupero.

Un giocatore molto simile a Thiem da questo punto di vista è Stan Wawrinka. Entrambi sono dotati di una incredibile forza di braccio e hanno due rovesci ad una mano diversi ma egualmente magnifici. Se Wawrinka è maestro della rotazione delle spalle e del tronco – grazie al piede destro ben saldo a terra e molto avanti la linea delle spalle usato come cardine – Thiem invece si affida molto di più al braccio. L’austriaco lo tiene distante dal corpo fin dalla fase di preparazione, a differenza di Wawrinka che tiene la racchetta più vicina al tronco. Ne consegue che l’efficacia del rovescio di Thiem è legata più al braccio che alle gambe.

Col rovescio Thiem riesce a essere comunque più efficace che col dritto quando ha meno tempo a disposizione. Il movimento del rovescio è infatti più lineare rispetto a quello del dritto, e allora Thiem può permettersi di giocarlo anche colpendolo di piatto (specie in lungolinea) o con poco spin, giovandosi della mezza apertura, ovvero del colpo eseguito a braccio fermo e con solo gomito e avambraccio a “lavorare”. Lo ha fatto anche nel match perso contro Raonic alle Finals.

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Eccolo qui l’impatto anticipato di Thiem in risposta con il rovescio: i piedi sono esattamente sulla linea di fondo
Chiamato a rispondere al servizio in kick sul lato del rovescio, Thiem ha scelto di non indietreggiare troppo anticipando la risposta proprio con questo mezzo movimento; la palla, colpita in questa maniera, è tornata velocemente nel campo di Raonic per via dell’anticipo, anche se non troppo forte. La soluzione ha pagato in termini di efficacia perché essendo Raonic un giocatore pesante dal punto di vista fisico, e quindi lento ad uscire dal movimento del servizio, va in difficoltà se deve giocare in tempi di reazione brevi, anche su palle lente. Questo, perché anche Raonic ha un movimento di dritto molto elaborato.

Thiem non è ovviamente solo potenza da fondo campo. Il suo servizio è un colpo eccezionale, sia per spin impresso alla palla, e che quindi genera traiettorie difficili da gestire e che aprono il campo per il colpo successivo, sia per le velocità che riesce a raggiungere. Anche sotto rete, ha dimostrato di avere una buona mano. E comunque l’austriaco ha 23 anni e margini di miglioramento enormi. Con queste caratteristiche in molti lo vedono dominatore della terra battuta nei prossimi anni, proprio per il maggior tempo a disposizione per preparare i colpi e per la durata media dei match, ma i risultati di quest’anno (ha vinto a Stoccarda, su erba) testimoniano la sua adattabilità a tutte le superfici del circuito.

E quindi giocatori come Thiem, che hanno nel tennis regolare e continuo il mantra del proprio gioco, amano stare in campo, anzi: hanno bisogno di stare in campo, e quanto più possibile. Thiem e il suo allenatore, Gunther Bresnik, credono nell’allenamento. Credono che stare in campo a lavorare duro paghi, e giocare tornei è sicuramente più riposante che allenarsi. Solamente colpendo un gran numero di palline, partita o allenamento che sia, Thiem riesce a sentirsi “confidente”, ovvero avere buone sensazioni dopo gli impatti, quello che i tennisti chiamano “sentirsi in palla”.

Thiem è anche il giocatore che nel 2016 ha vinto il maggior numero di match al terzo set. Come riporta il sito Tennis Abstract, il successo su Monfils alle Finals è stato il ventiduesimo dell’anno, per un record di 22-3 che avvalora la sua capacità di non scendere di intensità fino all’ultima palla del match. E queste tre sconfitte una è arrivata solo al tiebreak del terzo e le altre due solo nel finale di stagione – una contro Zverev e l’altra contro Djokovic, troppo più capace ed esperto di lui a gestire le energie per non prendere il sopravvento dopo che Thiem aveva giocato un primo set giocato sempre con il piede sull’acceleratore.

E quindi abituamoci a vedere Thiem nel 2017 praticamente in ogni torneo. Dai tornei 250, quelli più facili dal punto di vista del tabellone e nei quali arriverà praticamente a giocare fino ai weekend, usandoli per “allenarsi” in vista dei tornei più grandi, i 500, i Master 1000 e gli Slam. Al netto del Roland Garros, dove ha raggiunto la semifinale perdendo contro il vincitore Djokovic, Thiem ha raggiunto la seconda settimana negli altri tre tornei dello Slam solo a New York nel 2016, ritirandosi contro del Potro. Ora che è stabilmente fra i migliori dieci, ora che ha assaporato l’esperienza delle ATP Finals, anche se non per propri meriti visto che il posto era di Nadal, è il caso di cogliere qualche risultato di maggior prestigio. La via non può che essere l’unica che conosce: quella di giocare quanto più possibile.

Dominic Thiem


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