Abbiamo problemi con la gente.
1. Chi ci sarà e chi no
Partiamo dagli assenti perché è il nome che ha segnato le sorti della WTA per tutto l’anno: Serena Williams. La statunitense ha vinto tre Slam sul quattro e si è fermata sul più bello quando la pratica Grande Slam sembrava cosa fatta: la sconfitta subita contro Roberta Vinci l’ha convinta a rinunciare a tutti i tornei successivi agli US Open, comprese le WTA Finals che si giocheranno a Singapore, di cui è la campionessa in carica da tre edizioni consecutive. Ne consegue che il torneo sarà uno dei più incerti dal 2011 ad oggi, cioè l’ultima edizione in cui Serena Williams non si era qualificata. La corsa per gli otto posti al torneo di fine anno è stata intricatissima e pure difficile da riassumere tra errori marchiani della WTA, un regolamento piuttosto ingarbugliato e qualche errore di comunicazione che hanno contribuito a creare un bel po’ di confusione. Ad ogni modo, la sconfitta di Carla Suárez Navarro nei quarti del torneo di Mosca ha levato ogni dubbio rimasto e ufficializzato gli otto nomi che hanno diritto a partecipare alle WTA Finals: sono Simona Halep, Garbiñe Muguruza, Maria Sharapova, Petra Kvitova, Agnieszka Radwanska, Angelique Kerber, Flavia Pennetta e Lucie Safarova. Le tenniste in panchina, cioè coloro che subentreranno nel caso una delle otto tenniste annunci il suo ritiro nel corso della fase eliminatoria sono Venus Williams e Carla Suárez Navarro, che ha sostituito Timea Bacsinszky, vittima di un infortunio che sembra piuttosto serio ad un legamento del ginocchio sinistro, in Lussemburgo.
2. I gironi
Così come le ATP World Tour Finals, anche le WTA Finals prevedono una fase eliminatoria con gironi all’italiana, a cui seguono semifinali e finali. È quindi l’unico torneo dell’anno in cui si può vincere il trofeo senza vincere tutte le partite. Le otto tenniste sono state divise in due gruppi: il bianco e il rosso (come i colori della bandiera di Singapore). L’unica regola prevede che la testa di serie numero 1 non sia sorteggiata nel gruppo della testa di serie numero 2, che la testa di serie numero 3 non sia sorteggiata nel gruppo della testa di serie numero 4 e così via. I gruppi sono così composti: nel gruppo rosso sono finite Simona Halep, Maria Sharapova, Agnieszka Radwanksa e Flavia Pennetta, nel gruppo bianco ci sono invece Garbiñe Muguruza, Petra Kvitova, Angelique Kerber e Lucie Safarova. Ad occhio i gruppi sono piuttosto equilibrati: nel gruppo rosso (quello di Flavia Pennetta) ci sono parecchie incognite legate alle condizioni fisiche e mentali delle tenniste; nel gruppo bianco, invece, sono finite le tre mancine. L’unica tennista che sembra fuori dai giochi è Lucie Safarova mentre le altre dovrebbero dar vita a match molto spettacolari. Per pedigree e classifica, le favorite del gruppo bianco dovrebbero essere Halep e Sharapova ma su entrambe ci sono molti dubbi: Sharapova, come spesso le accade, ha giocato pochissimo nella seconda parte della stagione e dopo la semifinale raggiunta a Wimbledon si è presentata solo a Wuhan e ha perso al primo turno. Halep, dal canto suo, ha giocato e speso tantissimo e nel torneo di fine anno potrebbe pagare dazio (cosa che però non le è successa l’anno scorso, quando arrivò in finale contro Serena Williams). Dopo le finali di Toronto e Cincinnati e la semifinale di New York, Simona ha giocato sei partite con un bilancio di tre vittorie e tre sconfitte (a Pechino si è ritirata nel corso del suo match di primo turno). Probabile che abbia voluto ricaricare le pile in vista del torneo in cui sarà la prima testa di serie. Il fatto curioso è che Halep non è in vantaggio nei confronti diretti con nessuna delle sue avversarie. A conti fatti, insomma, anche Flavia Pennetta e Agnieszka Radwanska hanno delle buone possibilità di qualificarsi. Il problema, per Flavia, sarà che la sua rivale polacca le dà particolarmente fastidio e l’appagamento della brindisina (che ha ribadito più volte che questo sarà il suo ultimo torneo della carriera) potrebbe rivelarsi un vantaggio per Radwanska. Questi sono gli head-to-head tra le tenniste del gruppo rosso:
Halep – Sharapova 0-5
Halep – Radwanska 4-4
Halep – Pennetta 1-4
Sharapova – Radwanska 12-2
Sharapova – Pennetta 2-3
Radwanska – Pennetta 5-3
Anche nel gruppo bianco c’è una tennista che sembra indietro rispetto alle altre per quanto riguarda la condizione, considerato il fatto che ha saltato buona parte della seconda parte della stagione: Lucie Safarova. La ceca ha ragiunto la finale al Roland Garros, ma dopo quell’exploit ha faticato parecchio e ore le sue quotazioni sono piuttosto basse. A New Haven, nella settimana precedente agli US Open, ha raggiunto la finale per poi perdere al primo turno dello Slam statunitense e smettere di vincere, anche per colpa di un’infezione virale che l’ha costretta a un ricovero ospedaliero. Le altre tre trenniste (Muguruza, Kvitova e Kerber) si dovrebbero quindi giocare i due posti per la semifinale. Di loro tre, è la più inesperta a sembrare la più in forma: Garbiñe Muguruza. La spagnola ha raggiunto la finale a Wuhan e poi ha vinto il suo primo Premier Mandatory a Pechino, qualificandosi così per la prima volta al torneo di fine anno (ma non è l’unica debuttante: anche Safarova e Pennetta partecipano per la prima volta). Come nel gruppo rosso, anche la prima favorita del ranking non è in vantaggio con nessuna delle sue avversaria, ma è comprensibile se si pensa che l’esplosione di Muguruza è avvenuta solo negli ultimi mesi (e peraltro con Kvitova non ha mai giocato, mentre con Safarova ha giocato solo una volta). Kvitova è la solita incognita ma non si può non tener conto dei suoi ottimi risultati indoor (però piuttosto datati). Le condizioni al coperto esaltano al massimo il tennis pulito e potente della ceca, che però non vince un torneo su cemento indoor dal 2011, quando finì imbattuta l’anno su quella superficie, suggellando il dominio con la vittoria delle WTA Finals. Ma, come detto, non si sa mai con quale piede si alzerà dal letto Kvitova e gli ultimi risultati non sono incoraggianti. Curiosamente, le ultime tre sconfitte della ceca sono arrivate contro una tennista italiana (Pennetta a New York, Vinci a Wuhan, Errani a Pechino): buon per lei che Pennetta sia finita nell’altro gruppo. Infine, due parole su Angelique Kerber, che partecipa per la terza volta al torneo e quest’anno ha vinto quattro tornei su quattro superfici diverse (Charleston su terra verde, Stoccarda su terra rossa, Birmingham su erba e Stanford su cemento). Nel 2012 e nel 2013 Kerber raccolse solo una vittoria su sei incontri. Indoor ha vinto ben quattro tornei (su sette totali): Parigi e Copenaghen nel 2012, Linz nel 2013 e Stoccarda nel 2015. Questi gli head-to-head tra le quattro tenniste del gruppo bianco:
Muguruza – Kvitova 0-0
Muguruza – Kerber 3-3
Muguruza – Safarova 0-1
Kvitova – Kerber 4-2
Kvitova – Safarova 7-0
Kerber – Safarova 1-1
3. Le italiane
Per il sesto anno consecutivo avremo una rappresentante nel torneo che chiude la stagione ed è anche l’unica italiana ad aver vinto questo trofeo, seppur nel torneo di doppio: Flavia Pennetta. Fu Francesca Schiavone ad inaugurare questa striscia che ancora non si è fermata. Grazie alla campionessa degli US Open, l’Italia è dunque ancora alle Finals nel torneo di singolare, dove a dire il vero non abbiamo mai ottenuto grandi risultati. La tennista che andò più vicina a giocare le semifinali fu Sara Errani due anni fa, quando si giocò l’accesso alle fasi finali con Agnieszka Radwanska ma venne sconfitta in un match durissimo che durò oltre tre ore. Oltre a Schiavone, Errani e Pennetta, le tenniste che hanno partecipato alle WTA Finals sono state Raffaella Reggi (nel 1986, nel 1987 e nel 1989) e Silvia Farina (nel 2000 e nel 2001). Allora si giocava con modalità diverse (cioè senza il round robin), ma solo Reggi riuscì – peraltro in un solo caso – a passare un turno. Le condizioni di Flavia Pennetta, dopo l’incredibile vittoria di New York, non dovrebbero essere pessime ma pare che le motivazioni della brindisina siano piuttosto basse. Va comunque registrato che per Flavia si tratta dell’ultimo torneo della carriera e questo dovrebbe darle qualche spinta ulteriore a dare tutto quello che le è rimasto. Il girone in cui è capitata, tra l’altro, non è affatto ostico: c’è una Sharapova che non ha giocato la seconda parte di stagione (ed è pure indietro negli scontri indiretti), c’è una Halep che è stata ridicolizzata a New York poche settimane fa e una Radwanska che, pur essendo tradizionalmente una tennista difficile da affrontare per Flavia, non è certo nel momento migliore della carriera.
4. Il programma
Singapore è avanti di sette ore rispetto all’Italia, ma fortunatamente non ci saranno da fare levatacce mattutine, come poteva succedere nelle prime fasi dei tornei asiatici che si sono giocati nelle scorse settimane. Le sessioni cominciano infatti sempre al pomeriggio (tranne nel primo giorno e nell’ultimo giorno di round robin). Si parte domani alle 11 del mattino (quando in Italia sono le 4) ma i match di singolare sono programmati verso la fine della sessione diurna e in quella serale (che comincia alle 19 di Singapore, le 12 italiane). Lunedì la sessione comincia alle 16 di Singapore (le 9 italiane) e ci sono due singolari in programma – che sono preceduti da un doppio – mentre da martedì a giovedì si comincerà alle 13 di Singapore (le 6 italiane) – e anche in questo caso i singolari sono sempre preceduti da un doppio. Venerdì si comincia alle 11:30 (le 4:30 italiane), ancora con un doppio, a cui seguiranno i due singolari che chiuderanno la fase eliminatoria. Le semifinali sono programmate per sabato e la sessione comincerà con i doppi alle 12:30 di Singapore (saranno le 5:30 in Italia) A seguire ci sarà la prima semifinale del singolare, mentre la seconda verrà giocata in sessione serale (11:30 in Italia). Stesso discorso per le finali, con i doppi ad inaugurare la giornata, che comincerà alle 15:30 di Singapore (le 8:30 italiane).
5. I record
È dal 1972 che si giocano i WTA Tour Championships , o WTA Finals, e in quarant’anni di storia questo torneo ha cambiato nove sedi (Boca Raton, Los Angeles, New York, Oakland, Monaco di Baviera, Madrid, Doha, Istanbul, Singapore). A queste nove sedi andrebbero aggiunte Palm Springs, Washington e East Rutherford che dal 1976 al 1982 ospitarono le Colgate Series Championships (che nelle ultime due edizioni si chiamarono Toyota Series Championships), torneo che si svolgeva parallelamente ai Championships della WTA. Per Singapore si tratta del secondo di cinque anni previsti dall’accordo siglato con la WTA. La tennista che ha vinto più titoli in singolare è Martina Navratilova (otto, a cui si sommano gli undici titoli in doppio), la quale detiene il record di titoli consecutivi (cinque dal 1983 al 1986: vinse due titoli nello stesso anno perché nel 1986 si cambiò programmazione e il torneo non si giocò più a marzo bensì a novembre) e a cui è anche titolato il nome del trofeo per le vincitrici del torneo di doppio. Serena Williams, che ha vinto cinque titoli di cui tre consecutivi, non potrà provare ad uguagliare questi record perché ha deciso di non partecipare. Restano quindi in corsa otto tenniste che sommano complessivamente due vittorie (una per Sharapova nel 2004 e una per Kvitova nel 2011). Le altre sei hanno giocato una sola finale (Halep lo scorso anno), mentre per tre di loro (Muguruza, Pennetta e Safarova) sarà la prima partecipazione. Sharapova è la tennista che vanta più partecipazioni (sette), mentre Kvitova e Radwanska raggiungeranno entrambe la quinta partecipazione consecutiva. La polacca e la ceca, inoltre, potranno raggiungere a Singapore i 20 milioni di dollari di prize money: Radwanksa è a quota $19.373.713 mentre Kvitova è poco più indietro ($19.247.180): solo undici tenniste nella storia sono riuscite a superare la soglia dei 20 milioni. Considerando la Russia in Europa, le partecipanti saranno tutte europee: l’ultima volta è capitato nell’edizione del 2006, vinta da Justine Henin contro Amélie Mauresmo.