Abbiamo problemi con la gente.
By Giulio Fedele & Daniele Vallotto Posted in spotting on 25 Maggio 2019 13 min read
(Halep e Bertens)
Il Roland Garros 2019 sarà uno dei pochi casi in cui, ad un anno di distanza, la campionessa in carica è anche la favorita per aggiudicarsi la vittoria finale. Simona Halep ci ha messo un po’ di tempo per conquistare il suo primo titolo Slam ed è stato il più difficile da ottenere, visto che ha perso due finali a Parigi, contro Sharapova 5 anni fa e contro la meno quotata Ostapenko 2 anni fa, prima di poter alzare il trofeo del Roland Garros al cielo, ma adesso è pronta a non farselo strappare dalle mani. È la giocatrice che si muove meglio su questa superficie ed una delle poche che può ancora essere classificata tra le specialiste, seppure il suo stile di gioco non cambi granché quando gioca sulla terra.
Halep arriva in buona condizione fisica a Parigi ma senza aver ancora vinto un titolo nel 2019. Nei tornei di preparazione ha raggiunto la finale di Madrid, confermandosi così come uno dei nomi da tenere sempre in considerazione nelle competizioni che contano. Lei dice di aver lottato talmente tanto per arrivare a vincere questo suo primo titolo Slam che non poteva essere più contenta di doverlo difendere. Staremo a vedere se questo state of mind sarà la sua arma vincente o le ritornerà indietro come un boomerang.
La seconda vera favorita è una giocatrice che non riesce a far parlare di sé, il cui nome quasi si fa fatica a sussurrare tra le favorite. E probabilmente ci si stupirà di vedere l’olandese Kiki Bertens in questa shortlist, perché ci si sarà dimenticati del fatto che questa tennista ha già raggiunto le semifinali del Roland Garros nel 2016, quando fu battuta da Serena Williams. Bertens ha mostrato quest’anno ancora una volta di essere una delle più temibili giocatrice sulla terra: ha vinto Madrid, il torneo più importante della sua carriera, e ha raggiunto le semifinali di Stoccarda e di Roma. Tra i suoi titoli WTA ben quattro sono stati vinti sulla terra rossa.
(Osaka, Pliskova, Stephens, Kvitova, Serena, Kerber, Svitolina)
La numero 1 del mondo e vincitrice degli ultimi due Slam, Naomi Osaka, potrebbe anche essere considerata tra le vere favorite, ma chi se la sente davvero? Osaka non si trova a suo agio sulle superfici più lente e i buoni risultati nei tre tornei preparatori (semifinale a Stoccarda, quarti a Madrid e Roma) non devono far dimenticare che a Parigi la giapponese ha un bilancio di 4 partite vinte e 3 perse. Nemmeno Pliskova, dopo la vittoria di Roma, può essere considerata una vera favorita e anche nel suo caso vanno fatto delle precisazioni: sì, ha una semifinale al Roland Garros nel curriculum, però se togliamo l’edizione del 2016 il bilancio è di 4 vittorie e di 6 sconfitte; sì, ha vinto a Roma, ma di fronte aveva Johanna Konta, non Justine Henin, e a Stoccarda e Madrid ha perso nei primi turni. Sono la numero 1 e la numero 2 del mondo, ma ad occhio stanno dietro alla numero 3 e alla numero 4.
Le due statunitensi in top 10, Stephens e Serena Williams, hanno le loro chance com’è ovvio aspettarsi dalla finalista in carica e dalla tre volte campionessa, però chi ci scommetterebbe a occhi chiusi? Stephens sembra avere la testa altrove quest’anno e solo grazie alla semifinale di Madrid ha rimesso un po’ a posto il bilancio stagionale (che è comunque di 14 vittorie, comprese quelle di Fed Cup, e 9 sconfitte). Su Serena inutile dilungarsi, se è in forma accettabile e riesce a passare indenne i primi turni, diventa un pericolo per chiunque. Va però segnalato che non vince due partite di fila da gennaio, che negli ultimi tre tornei che ha giocato o ha dato forfait o si è ritirata a partita in corso e che l’ultimo torneo sulla terra battuta l’ha vinto più di tre anni fa: se avete dieci euro da buttare magari aspettate Wimbledon.
Kvitova si è aggiudicata uno dei tre tornei principali su terra che si giocano prima del Roland Garros (Stoccarda, che però si gioca indoor, quindi in condizioni a lei favorevoli) ma non è un segreto che lo Slam francese è quello più indigesto per la ceca, che dal 2013 a oggi ha passato il terzo turno in una sola occasione, venendo comunque eliminata agli ottavi. Kvitova è comunque in uno dei momenti migliori della carriera e quindi non si può tenerla fuori. Kerber invece non è in un grande momento e sulla terra rossa in carriera ha vinto solo a Stoccarda, qualcosa deve pur significare. Ma alla tedesca manca solo il Roland Garros per completare la collezione Slam, un pensierino ce lo farà. Chiudiamo col sì, però di Elina Svitolina, stabilmente in top 10 da due anni e vincitrice al Foro Italico per due anni di fila. Quest’anno però è uscita al primo turno sia a Madrid che a Roma e le prestazioni balbettanti negli Slam non aiutano.
(Barty, Bencic, Sabalenka, Sevastova, Kontaveit, Sakkari, Mladenovic, Keys, Garcia)
Negli ultimi due anni hanno vinto Slam due tenniste che fino ad allora o non avevano mai vinto nemmeno un titolo minore (come Ostapenko) o che avevano appena iniziato a vincere (come Osaka), per cui nessuno dei nomi di questo gruppo dovrebbe suonare davvero implausibile. Prendiamo Barty: entrata silenziosamente in top 10, quest’anno ha vinto Miami e vanta uno score di 24 vittorie e 5 sconfitte. Sulla terra non si trova a suo agio ma con il tennis fantasioso che si ritrova sarebbe davvero una gioia per gli occhi vederla trionfare a Parigi. Stesso discorso per Sevastova, un’altra virtuosa della racchetta: al Roland Garros non ha mai passato il terzo turno e nei tornei preparatori non ha brillato, ma è anche vero che ha perso con ottime tenniste.
Tra le tenniste che hanno sconfitto Sevastova c’è Belinda Bencic, forse il nome del gruppo che più spicca sugli altri. La svizzera, dovesse vincere il Roland Garros, non sorprenderebbe poi chissà chi perché parliamo pur sempre di una tennista che a 17 anni giocava i quarti di finale in uno Slam e che due anni più tardi entrava in top 10. Ma quel quarto di finale agli US Open è anche l’ultimo che ha giocato Bencic, poi frenata da vari problemi fisici. La semifinale di Madrid, persa contro Halep dopo una bellissima partita vinta per 7-5 al terzo contro Osaka ha fatto salire le sue quotazioni.
A Roma è invece arrivata una sconfitta a sorpresa contro Kiki Mladenovic, tornata improvvisamente in auge da quando ha cominciato a lavorare con Sascha Bajin. La francese, che nel 2017 ebbe la sua occasione per vincere il Roland Garros dopo aver eliminato la campionessa uscente, Muguruza, agli ottavi, e sembra essersi ripresa dopo un 2018 di agonia tennistica. Non è tra le testa di serie e le sue chance sono davvero basse, ma non nulle.
Nel gruppo del ve l’avevo detto c’è anche Anett Kontaveit, finalista a Stoccarda e capace di arrivare al quarto turno dopo aver sconfitta Petra Kvitova, e Maria Sakkari, vincitrice a Rabat e semifinalista a Roma. Non poteva mancare Aryna Sabalenka, il cui nome ha perso quota negli ultimi mesi, ma magari senza troppa pressione potrà farsi spazio nel tabellone.
Infine abbiamo inserito due suggestioni. Madison Keys, perché con quella velocità di palla non si può non tenerla in considerazione, peccato che al Roland Garros non ci sia la terra verde. E infine Caroline Garcia, a cui non mancherebbe davvero nulla per essere una numero 1 del mondo e campionessa Slam (Murray dixit, e noi ci fidiamo), ma che misteriosamente compare e scompare dal circuito. Ora è nella seconda fase – ma questa settimana ha raggiunto la finale a Strasburgo, chissà che non sia l’aria di casa a farle bene – ed è davvero difficile immaginarsela vincere sette partite di fila. Ma chi siamo noi per levare questo sogno ai francesi?
(Azarenka, Muguruza, Wozniacki, Ostapenko)
Se vincesse una di loro, in molti si domanderanno “chi l’avrebbe mai detto?” Nel senso che è plausibile, certo, ma davvero improbabile. Sono tenniste che hanno già vinto uno Slam e saprebbero ripetere l’impresa, ma per un motivo o per un altro non sembra essere questa l’occasione giusta. Iniziamo dalla più giovane per età, Ostapenko, che vinse proprio a Parigi, nel 2017, quando molti impararono la storia di questa ragazza lettone che prendeva lezioni di danza e tirava vincenti come se grandinasse, demolendo tutte le sue avversarie. Ostapenko da allora si è un po’ persa tra gli alti e i bassi del circuito WTA e si presenta al Roland Garros non nella miglior forma possibile e senza una testa di serie. Al primo turno incontrerà proprio un’altra ex campionessa Slam, Victoria Azarenka, che invece è reduce da una serie di vittorie positive dal torneo di Roma, dove in sequenza ha sconfitto la campionessa Elina Svitolina e poi Garbiñe Muguruza, prima di cedere in tre set alla futura campionessa Karolina Pliskova. La vincente di questo match potrà scontrarsi con la numero 1 del mondo Naomi Osaka: le motivazioni ci dovrebbero essero.
Un’altra giocatrice che ha dimostrato di non lasciare scampo alle avversarie quando è in uno stato di forma brillante è Garbiñe Muguruza, che come Ostapenko e Azarenka, ha però accusato un infortunio che l’ha costretta al ritiro in uno dei tornei di preparazione al Roland Garros. La spagnola vinse Parigi nel 2016, quando sconfisse con un netto punteggio in due set Serena Williams, ma ad oggi sembra poter faticare anche nei primi due turni, che per la verità non sembrano complicati, contro Taylor Townsend e la vincente tra Larsson e Rybarikova. Dovesse andare avanti, però…
Caroline Wozniacki ha avuto la sua grossa occasione per vincere il Roland Garros, quando nel 2017 arrivò ai quarti di finale contro una semisconosciuta Ostapenko, ma si fece rimontare dopo aver vinto il primo set. La terra è una superficie molto ostica per Wozniacki, poiché le rallenta il gioco a dismisura constringendola a subire l’iniziativa dell’avversarie: un po’ come succedeva ad un’altra tennista eccellente in difesa come Radwanska. L’anno scorso Wozniacki venne dominata da una giocatrice che invece sulla terra si trova a suo agio, Daria Kasatkina, quest’anno potrebbe trovarsi di fronte Görges al terzo turno, una che potrebbe tranquillamente seppellirla di vincenti come perdere 6-0 6-0.
(Vondrousova, Anisimova, Görges, Vekic, Andreescu, Yastremska)
Qui si va nell’audacia più spinta, specie per le tre giovanissime che non hanno praticamente nessuna esperienza negli Slam: Anisimova, Andreescu e Yastremska. Ma la prima ha comunque già giocato un ottavo di finale in uno Slam, la seconda è tra le teste di serie e ha vinto Indian Wells, la terza si gioca a Starsburgo il terzo titolo WTA in carriera. Delle tre quella che si trova più avanti è Andreescu, e infatti la sua è una quelle quote più simili alle tenniste che abbiamo inserito negli altri gruppi. Ciononostante non va dimenticato che la canadese è nata meno di 19 anni fa e che il passo non va mai fatto più lungo della gamba.
Vondrousova, che è qualche anno meno giovane rispetto a queste tre, ha giocato molto bene a Roma ed è nel momento migliore della carriera, in termini di ranking. Il nome della ceca gira ormai da un paio d’anni ma è un po’ passato di moda. Dovesse però succedere l’imponderabile, affrettatevi a salire sul carro perché si riempirà in fretta.
Chiudiamo con due tenniste che dovrebbero forse trovarsi in un altro gruppo: Julia Görges, di cui ormai tutti conoscono pregi e difetti, e Donna Vekic, una tennista del 1996 che è in top 100 da due anni e mezzo ma che non è ancora riuscita a portare il suo tennis ad un livello da top 10. Ci è molto vicina, o almeno non c’è stata mai così vicina: è al numero 23 WTA e a Parigi difende pochissimo: chissà che non sia venuto finalmente il suo momento.
Partiamo dalle due favorite: Halep è finita nella parte alta, quella occupata da Osaka e ai quarti di finale ha pescato Kvitova. Poteva andare peggio. La romena esordirà con Tomljanovic, poi al secondo turno una tra Paquet e Linette e al terzo turno la prima testa di serie, Tsurenko, che però al primo turno se la vedrà con Bouchard. Al quarto turno potrebbe esserci Kasatkina o Qiang Wang.
Il tabellone di Bertens sembra più impegnativo. Primo turno con Parmentier, ma già al terzo potrebbe esserci la finalista di Roma, Johanna Konta. Magari quello del Foro è stato un bluff, magari la britannica ha improvvisamente trovato il feeling con la terra battuta: vedremo. Al quarto turno Bencic o Vekic e poi ai quarti l’avversaria teorica è Sloane Stephens, ma in quella sezione ci sono anche Svitolina e Muguruza. A occhio e croce non sarà semplice.
Per quanto riguarda la numero 1 del mondo, Naomi Osaka, non è andata bene: primo turno contro Schmiedlova, poi secondo contro Ostapenko o Azarenka e terzo turno con Sakkari. Difficile pescare peggio. Agli ottavi, sempre che ci arrivi, potrebbe esserci Keys ma noi puntiamo su Garcia mentre ai quarti è difficile dire chi la spunterà. La testa di serie più alta è Barty, però c’è Serena Williams, che a sua volta ha un terzo turno ostico contro Bianca “the greatest drama queen ever” Andreescu. Insomma, azzardare previsioni è molto complicato.
Infine, Pliskova. La ceca ha forse il tabellone più semplice, ma al secondo turno potrebbe affrontare una certa Svetlana Kuznetsova, che magari per il decennale del suo trionfo a Parigi vorrà regalarsi una bella vittoria sullo Chatrier. Dovesse superare la russa, Pliskova avrebbe Martic al terzo turno, forse Wozniacki al quarto turno (c’è anche Görges, che esordisce con Kanepi: occhio) e ai quarti una tra Kerber o Sevastova. Ma davvero non puntereste un decino su Suarez-Navarro o Mertens?
Gli ottavi di finale teorici:
[1] N. Osaka vs [14] M. Keys
[10] S. Williams vs [8] A. Barty
[3] S. Halep vs [16] Q. Wang
[11] A. Sabalenka vs [6] P. Kvitova
[7] S. Stephens vs [9] E. Svitolina
[15] B. Bencic vs [4] K. Bertens
[5] A. Kerber vs [12] A. Sevastova
[13] C. Wozniacki vs [2] Ka. Pliskova