Lamentarsi, in generale, non paga. Nel tennis, ce ne siamo accorti quest’anno, quando abbiamo trovato Diego Nargiso a commentare prima il Roland Garros e poi gli US Open per Eurosport, che non vedeva l’ora di arricchire il suo roster al commento con uno, citiamo testualmente il comunicato stampa, “che ha vissuto direttamente le più grandi emozioni dei palcoscenici più importanti del tennis”, riferendosi forse al ristorante della terrazza del Foro Italico di Roma.
Il curriculum di Nargiso lo conosciamo tutti: la vittoria più importante è quella di Wimbledon, juniores. Un primo Quinzi che però è riuscito a entrare nei primi 100, un giocatore (relativamente) mediocre che è stato al massimo numero 67 del mondo, che non ha mai superato il terzo turno in uno Slam né vinto un titolo nel circuito ATP. Mancino, giocava essenzialmente di serve and volley e aveva un buon tocco. Era bravo in doppio, quindi ci siamo capiti.
A fine carriera, lui che oggi ha 48 anni, si è messo a insegnare tennis, ha aperto la classica accademia e poi ha seguito Krajinovic, non certamente uno dei più forti nel circuito, potendo quindi tornare a girare per il tour e accreditandosi come esperto. Forse proprio in virtù di questo, Supertennis TV lo ha promosso al commento dei match; famose le sue performance al commento di Federer, del quale è fan sfegatato, così come sono già diventate un classico le ovvietà diffuse al microfono durante i match di Coppa Davis dell’Italia.
Ma Supertennis TV non era certo il grande palcoscenico per lui, uno che, citiamo sempre la press release di Eurosport, “commenta con competenza, passione e professionalità uno degli sport più seguiti ed emozionanti”. La TV Federale, infatti, tranne qualche torneo di livello ha quasi più commentatori al microfono che spettatori. (“Pazzesco!”).
E quindi, dopo l’esordio parigino, ecco Nargiso affiancare nuovamente Jacopo Lo Monaco e Federico Ferrero come spalla, un ruolo che dovrebbe spiegare meglio della prima voce la natura di certe situazioni tattiche e raccontare magari qualche aneddoto inerente al match o ai giocatori.
Purtroppo, non sarà così. Gli aneddoti dei bei tempi che furono latitano, forse perché quando accadevano lui era già fuori dal torneo mentre le analisi tecniche sono di livello del maestro del circolo. Ma almeno è simpatico, direte voi, è pure napoletano! E invece Nargiso appartiene a quella categoria di persone che fanno le battute e sono anche i primi, spesso gli unici, a riderci sopra, roba da ritiro immediato dei diritti politici. E se a Parigi il Nostro aveva piantato i germi della sua expertise al commento, è a New York che la pianta ha tirato fuori i primi fiori, i nargisismi.
Diego, forse proprio in virtù delle sue simpatie elettorali (trombato per ben due volte alle elezioni europee, 1999 e 2004, con Forza Italia prima e Alleanza Nazionale poi) non manca di elogiare il cuore di Karen Khachanov, che “sta onorando il match contro Nadal in maniera incredibile”. Capite? Il russo mica voleva battere Nadal e raggiungere gli ottavi di finale agli US Open, no! Lui stava solo onorando un match. Pensate quanto era contento Nadal di sentirsi onorato dal suo avversario in una partita finita 7-6 al quarto set dopo circa quattro ore di gioco.
Le lingue, per lui che ha girato il mondo, non sono ovviamente un problema: “Come dicono in Spagna, una y una, una y una”. Ad un certo punto vuole commentare il movimento di rovescio di Federer, “un rovescio molto semplice, molto molto…”. Suspense. Accorre Ferrero in aiuto, temendo forse il peggio: “Essenziale?”. “Bravissimo”, si complimenta il professor Nargiso. Uno magari si aspetterebbe una disamina su cosa renda il colpo di Federer così essenziale (!), e invece ecco qui il parere (pagato) dell’ex tennista professionista. Ma d’altronde, parafrasando una grande verità di Nargiso svelata in telecronaca, e cioè che “il tennis è bello anche perché i giocatori sono tutti diversi, hanno le loro peculiarità”, possiamo dire che anche guardare il tennis in TV è bello perché ai giorni nostri fra le peculiarità della TV c’è il doppio audio e quindi un caro saluto alle scemenze.
Nargiso ha l’ossessione di risultare simpatico. “Il servizio di Isner è fuori legge ah ah ah”, silenzio di Ferrero; “questo colpo è stato eseguito come lo facevano le mamme una volta ah ah ah”, silenzio di Ferrero; “Cosa faranno gli amici di del Potro quando sarà finito il torneo? Penso si licenzieranno tutti, faranno i delpotroni ah ah ah”; “il sushi non l’ho mai mangiato col guacamole, è come mettere il ketchup sulla pizza ah ah ah”, silenzio di Ferrero.
Man mano che passano i giorni, Nargiso prende anche confidenza e sicurezza nel ruolo. Non con i tabelloni però: “Federico, tu che hai i tabelloni sott’occhio, dal punto di vista delle donne (!), diciamo, se la Kerber dovesse… non farcela, chi… che zona… perché comunque Kerber è una delle indiziate a vincere…”. Glaciale Ferrero: “Non ho capito la domanda”.
Si avvicinano le fasi finali e Eurosport schiera il tridente, roba da far impallidire Salah-Firmino-Mané. Ad accompagnare Ferrero o Lo Monaco, oltre a Nargiso, c’è Gianni Ocleppo, uno che è stato più tennista di Nargiso, ha più anni d’esperienza al commento, è competente e non disdegna la battuta da bar, solo che questa volta non c’è la sua spalla preferita, Adriano Panatta. Nargiso e Ocleppo non sembrano andare d’accordo, sono diverse le volte nelle quali Nargiso rimarca il suo distacco: “No Gianni non sono d’accordo con te”, “Mi dissocio completamente da quanto hai detto, Gianni”. Manco a dirlo, in quelle occasioni, aveva sempre ragione Ocleppo.
Le disamine sono pregne di termini tecnici, non potrebbe essere altrimenti. “L’errore è dato dal fatto che lui esce dal servizio e tira, SCUSATE IL TERMINE”. E qui tutti trattengono il fiato, per poco fortunatamente, perché uno dei motivi dell’inadeguatezza di Nargiso al commento è il non avere i tempi, né comici né di intervento. Qui Panatta, attore nato, avrebbe piazzato 2 secondi di pausa e ci avrebbe fatto paura. Invece, Nargiso si affretta a finire la frase con “catenata”. Il termine per il quale aveva chiesto scusa preventivamente è “catenata”, e cioè semplicemente una palla colpita molto forte – altri fenomeni al commento usano anche il termine “comodino”, notoriamente più facile da lanciare ad esempio rispetto al divano perché dotato di pomello.
"Pensa che ne deve fare altre tre dopo questa […], anche questa è una discriminazione, cioè una discr…".
"Una discriminante."
"Grazie".#Nargisismi— Daniele Vallotto (@danielevallotto) September 2, 2018
Jacopo Lo Monaco e Federico Ferrero, anni passati a commentare il tennis in maniera professionale, finiscono all’angolo. Si chiudono un po’ in loro stessi e fanno il minimo sindacale per guadagnare la pagnotta. Sembra di vederli a disagio in quello studio sempre più stretto, con la voce di Nargiso ad accorciare lo spazio in maniera opprimente. Ma i due sono troppo professionali per “educarlo” al mestiere e troppo gentili per trollarlo. In un’occasione, però, Lo Monaco assesta una stilettata sottile, che infatti Nargiso non coglie. La prima voce al commento traduce in tempo reale la velocità del servizio da miglia orarie a chilometri orari. Nargiso, che pure qualche anno in tour l’ha passato, gli chiede: “Ma come fai? sei un fenomeno!”. E Lo Monaco: “Se lo fossi, non sarei qui”. Con te, il sottotesto.
"Alec Baldwin? Non sono fortissimo in cinema, però… Per quello ho fatto il punto interrogativo"#Nargisismi
— Daniele Vallotto (@danielevallotto) September 7, 2018
L’acume non gli fa difetto. Nella finale fra Djokovic e del Potro, in campo qualche goccia d’acqua bagna il manto. “Piove dentro il campo, a questo punto penso sia il tetto”. Passano i giorni ma con Ocleppo il feeling non c’è. Juan Martín del Potro attacca in diagonale di rovescio con il back, Djokovic passa in lungolinea. “Non si attacca in diagonale, dai angolo all’avversario” fa Nargiso, “ma così hai più tempo per piazzarti a rete e coprire il campo”, ribatte Ocleppo. Forse è per questi pensieri che passare a rete Nargiso non è stato mai un grande problema.
A New York, in tribuna, ci sono le star del cinema ma il nostro commentatore è una persona umile, riconosce i suoi limiti. “Alec Baldwin? Non sono fortissimo in cinema, però… Per quello ho fatto (in aria?) il punto interrogativo”. Lo Monaco ricorda che l’attore americano, presente in tribuna con l’attuale moglie, è stato sposato anche con Kim Basinger. A Diego non pare vero di poter “recuperare”: “Eh, lei sì che l’avrei riconosciuta, ah ah ah”. Ocleppo, ovviamente, si mette in scia e si accoda alla risata.
Non può mancare il paragrafo dedicato alla vicenda Serena Williams. E allora Lo Monaco, che nell’ultimo giorno del torneo vede il traguardo, e cioè mesi di lavoro senza Nargiso nei paraggi, chiede ai suoi due compagni cosa pensano in tema di regolamento, se va applicato o interpretato. Parte Ocleppo, e dice che il regolamento va applicato altrimenti si creano figli e figliastri. Pausa. E qui, sembra di vederci, tutti noi appassionati che ci abbracciamo virtualmente sperando nell’happy ending. E invece no, Diego è integerrimo: “Io non sono d’accordo. Il regolamento va interpretato, quando giochi un punto che magari hai fatto 50 tiri da fondo campo serve tempo per rifiatare”, dice Nargiso, che 50 colpi di seguito da fondocampo non li hai mai fatti. E qui Lo Monaco assesta un altro jeb al napoletano: “Allora, Napoli-Juventus, Matuidi che entra duro su Insigne non lo sanzioni solo perché accade al terzo minuto di gioco?”. Nargiso si incarta nella risposta, abbozza un “è il mio spirito napoletano”, pulcinella style.
Djokovic è troppo più forte di del Potro, vince il torneo e quando è notte fonda in Italia, manda tutti a casa o a dormire, Nargiso compreso. Come ha detto lo stesso Diego commentando un vincente, “Too good for me, e cioè troppo buono”. Comm’ nu babà.