Abbiamo problemi con la gente.
By Roberto Salerno Posted in spotting on 8 Gennaio 2018 5 min read
In quest’ultima puntata trarremo semplicemente le conclusioni di quanto detto fin qui. Le tabelle seguenti saranno raffronti tra 4 giocatori: Djokovic, Nadal, Federer e il migliore dell’era open, cioè Borg nel lungo periodo e McEnroe nella singola annata. Di nuovo “nasconderemo” i nomi, anche se dovrebbe essere ormai semplice riconoscerli.
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D è immediatamente da escludere: molte sconfitte, meno titoli di tutti, neanche le Finals vinte e insomma, decisamente fuori competizione. Sugli altri tre si potrà discutere a lungo soprattutto tra A e B, perché C ha meno vittorie contro i top 5 e meno Masters 1000 vinti degli altri due. Tra A e B è decisamente complicato perché ad A manca uno Slam e un Master, anche se gli altri parametri sono tutti migliori: bilancio vittorie sconfitte, contro i top 5, tornei complessivi vinti. Scegliete voi?
Nel frattempo costruiamo le altre tabelle.
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Anche in questo caso A si può escludere rapidamente. Ha vinto più partite di C ma ne ha perso di più, ha meno titoli mancano tre finali Slam e insomma tutti i parametri sono inferiori. Degli altri tre B si lascia preferire perché ha più vittorie, meno sconfitte, stesso risultato di D con i top 5, più titoli, più titoli Slam. Sono i tornei di seconda fascia che sono minori rispetto a C e D, ma complessivamente si può concludere che è suo, di B, il triennio migliore.
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Sulla vittoria di B non pare possano esserci dubbi: più vittorie complessive, meno sconfitte complessive, più titoli vinti, più finali giocate, più titoli Slam di tutti, più Masters. L’unico dato in cui non primeggia (i Masters 1000) non bilancia certo tutto il resto: il miglior quinquennio è quindi quello di B.
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Che dire? Anche qui una supremazia abbastanza marcata: A ha vinto meno partite di D, ne ha perse più di C, ha vinto più titoli Slam, più titoli in generale, più Finals. Per quanto D possa apparire vicino, la differenza nei titoli Slam è enorme e in fin dei conti decisiva.
La migliore annata è una da scegliere tra quella di Mc Enroe (1984) e quella di Djokovic (2015). Il miglior triennio è quello di Federer. Il miglior quinquennio è ancora quello di Federer. E così il miglior novennio. Se avevamo concluso che il migliore dell’era pre-2000 era stato Borg non ci resta che concludere che il migliore dell’era Open è stato senz’altro Roger Federer.
Se mai ci fossero dei dubbi, è possibile allargare ulteriormente l’analisi sia aggiungendo dati – il raffronto è fatto sui dati migliori di ogni giocatore – sia estendendo il periodo. Ma, ancora, Federer risulta migliore sulla distanza del decennio, del quindicennio e dell’intera carriera.
Difficile che qualcuno si possa stupire del risultato, e il lungo percorso che ci ha portato fin qui è forse stato più utile ad assegnare un posto più preciso agli altri otto presi in considerazione. L’esclusione di Agassi fa un po’ il paio con quella di Nadal che emerge da quest’ultima analisi, in cui si vede abbastanza chiaramente come Rafa abbia gestito la sua carriera in modo da poter raccogliere il massimo possibile e come non sia stato un mostro di continuità, neanche di breve periodo; a differenza di Borg, ad esempio, che rimane l’incredibile esempio di inscalfibilità, anche su periodi più lunghi di quanto non si creda comunemente. E in fondo anche la certificazione dell’annata di McEnroe non può che confortare. Quale destino migliore di uno come “The Genius” che mostrare a tutti cosa si possa riuscire a fare se gli astri si allineano per il verso giusto?
Naturalmente è possibile utilizzare metodi diversi e in futuro torneremo su quelli “conosciuti”. Ma il risultato, se solo si usa un metodo un minimo rigoroso, rimane quello: nessuno ha avuto i risultati di Federer.
Certo, forse si dovrebbe maggiormente glorificare il vincitore, ma preferiamo, in chiusura di analisi, ricordare quanto detto fin dal principio: non è vero che ai numeri si può far dire tutto quello che si vuole ed è impensabile, quindi, trovare un “metodo” che abbia come risultato “giocatore più vincente” Agassi; o Nadal o Sampras. Il che non significa affatto che si debba pensare che Nadal non sia stato più forte di Federer o che McEnroe non sia preferibile a Lendl – uno a cui l’analisi riconosce un valore troppo spesso passato in secondo piano. Lo sport, il tennis, non è solo risultati e chi scrive è profondamente convinto che i risultati valgano solo per i protagonisti, non per gli spettatori. In fondo era la seconda palla di McEnroe che Beppe Viola avrebbe volentieri barattato con il 37 e 2 di febbre per l’intera vita e con sole seconde di servizio state tranquilli che non si vince nulla.
Gioiscano dunque i tifosi di Federer, se credono. Ma si ricordino che nella carriera di questo straordinario fuoriclasse i risultati sono stati la cosa meno interessante.