Abbiamo problemi con la gente.
Era il match che tutti stavano aspettando. L’hype per questo incontro s’intuiva in tutto il complesso del Roland Garros. C’erano alcune persone che ai tornelli dell’entrata tenevano in mano un foglio di carta con scritto “Scambio due biglietti per il campo Chatrier con due biglietti per il Suzanne Lenglen”. Nel centro stampa, Le Quotidien, il periodico del torneo, è andato a ruba. Tutti volevano arrivare preparati all’evento. “Renverser l’Arena” titolava, rovesciamo lo stadio, quello che i francesi speravano di poter fare.
Tutta questa esaltazione per un match femminile, con protagonista Kristina Mladenovic, la superstar che campeggia sui manifesti pubblicitari del torneo, numero 1 di Francia e per tanti motivi non una Cornet o una Garcia qualsiasi. E contro di lei la detentrice del trofeo, Garbiñe Muguruza. Per assottigliare il divario tra le due tenniste, con la spagnola nettamente favorita, a Mladenovic è stato concesso (dietro richiesta?) il campo Suzanne Lenglen, dove sono arrivate le sue precedenti due vittorie, contro Sara Errani prima e contro Shelby Rogers, in un’epica rimonta da 2-5 nel terzo set, poi. La scelta del campo è stata probabilmente determinante perché invece Muguruza è stata l’unica giocatrice, tra tabellone maschile e femminile, ad aver disputato tutte le sue partite sul Philippe Chatrier. La spagnola ha dovuto affrontare la difficoltà in più di adattarsi a condizioni di un campo diverso.
L’incontro, già dai primi minuti, sembrava promettente. Mladenovic sapeva di dover alzare il livello del gioco espresso nei precedenti turni, altrimenti non avrebbe avuto speranza di contrastare l’aggressività dell’avversaria, che aveva macinato le rivali dei primi turni, seppur in alcuni casi dopo aver superato un primo momento di difficoltà, come contro Kontaveit e Putintseva. La francese sapeva anche di non poter puntare solo sul suo tennis: l’aspetto mentale e il supporto del pubblico sarebbero state le due variabili che avrebbero potuto far girare l’incontro.
E così il riscaldamento è stato un biglietto da visita dell’intero match, con Mladenovic pronta a destabilizzare l’avversaria già dalla partenza. Muguruza eseguiva le classiche due-tre volée di rito per scaldare il braccio e si vedeva tornare indietro una palla colpita tra le gambe, in un tentativo di tweener. Muguruza voleva provare la risposta al servizio di Mladenovic, e quest’ultima scagliava la battuta fuori in modo da non permetterglielo. Mladenovic ha scelto di ricevere e non si è capito se sia stata la scelta a risultare destabilizzante, se lo sia stato il riscaldamento, o se Mladenovic abbia giocato straordinariamente i primi punti, o forse una combinazione di tutti e tre i fattori; fatto sta che Muguruza ha perso subito il servizio in apertura di primo set. Mladenovic ha rincarato la dose urlando il suo primo “Forza!” del match, un altro trucchetto che la francese ha utilizzato per cercare di influenzare le sorti del match.
More swerve than Roberto Carlos from Kiki Mladenovic… pic.twitter.com/wEKptcNp7S
— Eurosport UK (@Eurosport_UK) June 4, 2017
Chiunque segua Mladenovic da prima di questo torneo sa che la sua abitudine di incitarsi in italiano non è una novità, ma l’utilizzo spropositato che ne ha fatto in questi giorni è certamente inedito. Anche dopo aver tenuto il primo turno di battuta: un altro “Forza!” a pieni polmoni, come fosse un momento chiave del match. Invece erano passati nemmeno 10 minuti di gioco. Alla fine del primo set, conclusosi con tre break a favore della francese, che non ha concesso nessuna opportunità sul proprio servizio, Mladenovic aveva all’attivo più “Forza!” gridati che colpi vincenti. È infatti Muguruza che in quel parziale è risultata inconcludente e incapace di rispondere alla potenza dell’avversaria, una volta tanto.
Mladenovic sembrava avere il pallino del gioco in mano ma nel secondo set qualcosa s’è inceppato. Ad ogni game di servizio la francese ha commesso uno o più doppi falli (saranno 16 a fine partita), il che sembrava un dejà-vu del suo match contro Brady, quando l’infortunio alla schiena le ha condizionato la battuta in maniera evidente. Muguruza avrebbe anche potuto non avere la forza di rimontare, ma partendo in ogni game di servizio con un vantaggio virtuale di 0-15 o 0-30, era difficile non approfittare di tanti regali. Avanti 5-1, la spagnola ha perso un break per strada ma poi ha chiuso il set, togliendo di nuovo la battuta a Mladenovic. L’entusiasmo della francese, intanto, si era un po’ raffredato, così come era diminuito il volume del Lenglen.
Partire di nuovo alla risposta, come ad inizio match, e lasciare a Muguruza la pressione di tenere il servizio con il tifo del pubblico contro, può essere una delle chiavi per decifrare il terzo set. Speculazioni o meno, anche nel set decisivo Mladenovic è riuscita a strappare il servizio all’avversaria, seppur con la sua complicità: tre errori non forzati, due di dritto e uno di rovescio. Con il vantaggio del break e del servizio, Mladenovic è tornata a gestire l’orchestra del Suzanne Lenglen, chiamandola in causa quando le serviva una buona dose di supporto e un’altrettanto buona dose di fastidio per l’avversaria. Le cose si sono iniziate a scaldare quando il pubblico non è più riuscito a capire dove stesse la linea sottile tra “tifo caloroso” e “comportamento irrispettoso”, come l’ha definito Muguruza in conferenza stampa. E Mladenovic non è stata d’aiuto a questo riguardo: quando per esempio ha tenuto il servizio nell’ottavo gioco, portandosi 5-3, ha alzato le mani incitando gli spettatori a fare casino. E, come se non bastasse, anche dopo il primo 15 sul servizio di Muguruza, ha ripetuto lo stesso gesto.
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Muguruza ha cercato di farsi scivolare il tifo addosso, ma non è riuscita a tenere quel game di servizio e Mladenovic ha potuto urlare al cielo tutta la gioia per aver raggiunto i suoi primi quarti di finale al Roland Garros, con il finale punteggio di 6-1 3-6 6-3. Muguruza è uscita dal campo il più in fretta possibile e quando il pubblico è stato invitato ad applaudirne l’uscita, lei in gesto di stizza ha alzato il dito indice come a dire, “no, no, non scomodatevi”.
Non sarà soltanto quel gesto a concretizzare la reazione della spagnola. In una conferenza stampa molto dura, Muguruza si è lasciata andare alle lacrime, abbassando la testa per nascondere gli occhi lucidi mentre un giornalista le porgeva una domanda. La conferenza stampa è stata interrotta e poi ripresa. Il giornalista non voleva più rivolgerle quella domanda ma è stata Garbiñe ad insistere, cercando di mantenere un’aura di finta compostezza. La domanda riguardava se le avesse dato fastidio sentire Mladenovic esultare in italiano. Muguruza ha scacciato le lacrime con una risposta al vetriolo: “No, mi hanno detto che parla 25 lingue, quindi..”
Ma, tornando in campo, alla fine del match Mladenovic si è ricongiunta in un toccante momento con il pubblico del Suzanne Lenglen. Kristina si è presa tempo per ringraziare ogni lato del campo, alzando le braccia per invitare il pubblico a fare la ola. Poi l’intervista a bordo campo, con Kristina che ha preso il microfono in mano come fosse lei che intervistava se stessa, per parlare a cuore aperto a tutti i tifosi. Nessuna parola, molte lacrime di commozione quando invece il pubblico le ha dedicato un lungo e caloroso applauso, seguito da cori, seguito da canti. Lacrime diverse, quelle di Garbiñe, una ex-campionessa che è non ha retto la sconfitta sotto il pesante trattamento del pubblico, e quelle di Kristina, una nuova promessa che sta vivendo il torneo migliore della sua carriera.