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Foglie morte

Più malinconico dell’autunno c’è solo il tennis d’autunno e più malinconico del ricordo del Fedal che era c’è solo il Fedal che è.

Il 4-0 tra Federer e Nadal di questo 2017 conferma come i tempi siano cambiati rispetto a qualche anno fa, ma ci dice anche un’altra cosa: questo post US Open di Nadal sarà il migliore della sua carriera, ma non si può ignorare il fatto che il resto del circuito è in condizioni davvero imbarazzanti. I meriti di Federer peseranno anche parecchio sul 6-4 6-3 con cui lo svizzero si è preso il torneo di Shanghai, ma quella di oggi è stata la partita peggiore dell’anno di Nadal, e di gran lunga. Peggio della partita con Querrey ad Acapulco, per chi l’avesse dimenticata. Il rovescio, solidissimo da New York in poi, è stato oggi una maledizione per lo spagnolo, che spesso e volentieri l’ha mandato fuori di parecchio. È un errore di rovescio a decidere il primo break dell’incontro, ed è con il rovescio che Nadal ha perso tantissimi punti decisivi.

Normalmente attaccare il lato destro di Nadal non è una buonissima idea, anche se è il dritto il colpo letale. Nadal riesce a giocare il rovescio in condizioni difficilissime, spesso anche in controbalzo, e chi lo attacca spesso da quel lato per evitare il dritto, rischia di dover palleggiare a ritmi troppo alti. Com’è noto, però, per Federer i ritmi alti non sono un grosso problema, anzi, e oggi lo svizzero ha lasciato fermo Nadal con dei dritti in controbalzo da applausi. Al servizio, come successo ieri con del Potro dopo aver preso il break, non c’è stata partita. Nadal ha provato pure a mettersi sui teloni, come a New York contro Anderson, ma a parte una madre sudafricana, ci sono ben pochi legami tra i due. Federer non si è certo fissato per cercare l’ace, anzi, e nonostante questo è riuscito a giocare 9 turni di servizio senza la minima preoccupazione. Nadal è arrivato solo due volte a 30, vincendo in tutto sette punti, neanche uno a game. Federer ha vinto 18 punti di fila al servizio – dal 2-1 40-30 del primo set al 2-2 15-0 del secondo – e ad un certo punto si è avuta la sensazione che Nadal, incredibile dictu, preferisse accorciare lo scambio e, probabilmente, la partita.

Alcune risposte sparacchiate senza motivo – per esempio una di dritto piuttosto facile, sul 5-4 30-0 del primo – e i numerosi errori di rovescio all’inizio dello scambio suggeriscono che Nadal sia arrivato stanco a giocarsi questa partita, e del resto 16 vittorie consecutive sul cemento gli sono capitate solo una volta in carriera (nel 2013, ovviamente, quando ne vinse addirittura 27). È un peccato per chi si aspettava una partita all’altezza della finale degli Australian Open. I presupposti c’erano, perché il vantaggio dei tre precedenti a favore di Federer erano bilanciati dai risultati delle ultime settimane. Invece a Shanghai è finita in maniera molto simile a Indian Wells e Miami: punteggio severo, con poche, pochissime chance di break per Nadal. In California ce ne fu solo una, in Florida furono quattro, a Shanghai non ce n’è stata nessuna. Insomma, dopo il break con cui si è aperto il quinto set degli Australian Open, il servizio di Federer è diventato un ostacolo insormontabile per Nadal.

Se non fosse che il Federer degli ultimi tempi sembrava aver tirato i remi in barca dopo sei mesi piuttosto intensi, non ci sarebbe nemmeno da sorprendersi. Ma dopo Montréal è cambiato tutto e Nadal, senza dover fare nulla di straordinario, si è messo a dominare anche sul cemento autunnale. Un qualcosa di impronosticabile, e che aggiunge qualche altro dubbio, come se ce ne fosse bisogno, sulle condizioni del circuito ATP. Alla fine è arrivato Federer, di sicuro il migliore delle ultime settimane, a portare un po’ di normalità e a lasciare aperta la battaglia per il numero 1 a fine anno. Nadal ha quasi 2000 punti di vantaggio e se non si distrae, sarà lui a chiudere davanti a tutti. Ma il Federer di oggi ha mandato un messaggio chiaro e tondo, e Nadal è uno troppo intelligente per non averlo colto.

Queste partite tra i due possono far felici i tifosi di Federer ma sono lontani parenti sbiaditi dei vecchi testa a testa. Anche se a pensarci bene non è che partite indimenticabili tra i due ce ne siano state mille. Wimbledon 2007 e 2008, Melbourne 2009, poi in genere uno dei due è sempre stato troppo più forte dell’altro. Magari verranno i dubbi su quello che Federer avrebbe potuto fare e ritorneranno le stanche litanie sul rovescio ritrovato, quello che Federer avrebbe dovuto giocare sempre così. La risposta però sta altrove ed è meglio cercarla dalle parti di Nadal piuttosto che dalle parti di Federer. Come detto il ritrovato Nadal di questi ultimi mesi è stato enormemente agevolato dalla semplice costatazione che i primi quattro del mondo sono in infermeria ed è davvero poco verosimile che lo spagnolo potesse vincere con quella semplicità tutte queste partite sul cemento.

Nadal non è quello degli scorsi due anni, non ci sono dubbi, ma non è neanche parente della belva del 2010 o, peggio, del 2008. Si muove peggio, ha meno forza nel braccio, non ha più la tendenza a considerarsi invincibile. Se la partita si complica fa fatica ad uscirne, soprattutto se l’altro è uno senza timori. E seppure rimanga con distacco il giocatore più intelligente del circuito – e forse proprio per questo – non è sufficiente per battere chi non lo teme più come una volta o non lo ha temuto mai. Non è un caso che i turni di battuta di Federer siano diventati più tranquilli perché Nadal riusciva a far miracoli nel recuperare i primi due colpi dello svizzero e a girare lo scambio grazie alla famigerata diagonale sinistra. La perdita di quest’arma, il pizzico di ritardo in più, il pizzico di forma in meno, ha permesso a Federer di poter giocare con grande serenità non solo il rovescio ma anche tutto il resto. E in questo modo, senza farlo giocare in condizioni complicate, Federer non lo batte nessuno.

I colpi di questi due fuoriclasse lanciano sempre delle improvvise luci abbaglianti, ma sempre più rare e mentre inesorabile il sole scende dietro l’orizzonte. Per adesso scriviamo ancora i nostri vecchi articoli ma ben presto canteremo le vecchie canzoni a mucchietti di foglie che non dimenticheremo.

ATP Shanghai 2017 Rafael Nadal Roger Federer


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