menu Menu

X domande al Roland Garros

ATP

Arriverà la decima?
Rafael Nadal non aveva realisticamente nessuna possibilità di vincere il Roland Garros nel 2015 e nel 2016. Il rispetto per uno che ha vinto 9 volte lo stesso Slam, impresa mai riuscita a nessuno, imponeva di considerarlo sempre fra i favoriti, anche se il gioco espresso nelle due annate di crisi del maiorchino non era certo quello ammirato negli anni belli. Quest’anno è diverso. Nadal arriva a Parigi con 18 partite giocate sul rosso, 17 vittorie e la sconfitta romana contro Thiem, che gli hanno permesso di vincere i tornei di Montecarlo, Barcellona e Madrid. A Roma è uscito presto anche perché scarico dal punto di vista delle energie mentali, senza contare che contro Thiem, questo Thiem, si può anche perdere. A prescindere dalla qualità del gioco espresso lungo queste 17 vittorie – Rafa ha alternato giornate ottime a giornate meno buone, anche se ha perso solo due set (contro Edmund e Fognini) – sarà la ritrovata consapevolezza dei propri mezzi a fare la differenza a Parigi. Nadal ha ritrovato la fiducia in se stesso e sa che la sua sorte dipenderà principalmente da lui e meno dagli altri. Certamente, se Djokovic o Murray dovessero improvvisamente ritrovarsi, oppure se Wawrinka prenotasse due settimane consecutive di concentrazione e voglia a Parigi, allora la “decima” potrebbe non arrivare. Ma la voglia di Rafa di disegnare sul rosso del Philippe Chatrier una X gigantesca post vittoria sulla quale sdraiarsi sarà difficile da arginare, per tutti.

Come Studio Aperto, in pratica.

Chi farà meglio fra Thiem e Zverev?
La memoria recente di Zverev vincitore a Roma potrebbe rispondere a questa domanda, ma Thiem è un giocatore che è già arrivato in semifinale al Roland Garros 2016 e che a Barcellona e Madrid ha raggiunto la finale, perdendo solo contro Rafa Nadal. L’austriaco sta giocando un’ottima stagione su terra battuta, ed è chiamato alla conferma (anche dal punto di vista dei punti ATP) proprio a Parigi. Da Zverev invece ci si aspetta qualcosa a metà tra la conferma e la definitiva consacrazione. Primo giocatore nato negli anni ‘90 a vincere un Master 1000, il tedesco è atteso alla famigerata prova del 9, ed è sulla terra che in fondo ha raggiunto sin qui i migliori risultati. A Parigi si gioca al meglio dei cinque set e Zverev fin qui ha giocato 18 partite sulla lunga distanza, con 9 vittorie e 9 sconfitte. Al Roland Garros 2016 i due hanno giocato contro nel terzo turno e vinse Thiem in quattro set. Difficile credere che Sascha, per quanto in fiducia e con un anno più d’esperienza, possa fare meglio di Thiem quest’anno. I due sono capitati in due diverse metà di tabellone e quindi possono potenzialmente incontrarsi solo in finale. Non succederà.

Chi può essere eroe per un giorno?
È difficile tracciare una linea tra quelli davvero favoriti, quelli che tutto sommato hanno una chance e quelli che non vinceranno mai ma che possono dare fastidio ai primi della classe. Nel primo gruppo possiamo metterci cinque nomi: Nadal, il vero favorito del torneo, poi Djokovic, Murray, Wawrinka e Thiem. Nel secondo Nishikori, Zverev e Goffin. Nel terzo gruppo gli sparigliacarte. Il primo nome che viene in mente è quello di Grigor Dimitrov, che con gli alti e bassi si sta costruendo una carriera da promessa mancata, ma che insomma meno di quattro mesi fa è stato ad un paio di game dalla sua prima finale Slam. Impossibile tener fuori Marin Cilic, che sulla terra non ha giocato male quest’anno (vittoria a Istanbul e quarti a Montecarlo e Roma). È anche vero che il Roland Garros è lo Slam in cui è sempre andato peggio, pur avendolo vinto da junior nel 2005, ma sarà tra le prime 8 teste di serie, e se non pescherà Trungelliti al primo turno come l’anno scorso, chissà… Menzione d’onore per i terraioli puri che si sono distinti nei tornei europei su terra: Pablo Cuevas non ha mai passato un terzo turno Slam, ma ora, a 31 anni, sembra essere arrivato finalmente il suo momento; Ramos-Viñolas deve difendere i quarti dell’anno scorso e avrà un po’ di pressione addosso, magari gli porta bene; Pablo Carreño-Busta in quattro partecipazioni ha vinto due partite, e nemmeno di fila, per cui è lecito aspettarsi qualcosa di meglio.

Lui può essere eroe, anche per più di un giorno.
Lui può essere eroe, anche per più di un giorno.

Che diavolo ci fa Ernests Gulbis in tabellone?
Il ritiro di Roger Federer ha fatto entrare nel main draw Ernests Gulbis, che attualmente è numero 225 del mondo ma che essendo fermo da un bel po’, ha un protected ranking che gli ha permesso di potersi iscrivere al torneo con una classifica sufficiente a non giocare le qualificazioni. Nel caso ve lo foste dimenticati, Gulbis l’anno scorso arrivò agli ottavi (battendo Seppi, Sousa e Tsonga per ritiro, prima di perdere in 4 set con Goffin): dei 230 punti che ha ora, 180 sono stati ottenuti 12 mesi fa, ed è davvero dura sperare che il lettone ripeta quanto fatto. Se perderà al primo turno contro Cilic, Gulbis scenderà probabilmente oltre al 500ma posizione mondiale e chissà quando torneremo a sentir parlare di lui. Insomma, meglio sintonizzarsi sul suo campo quando debutterà a Parigi, perché potrebbe passare un bel po’ di tempo prima di rivederlo in campo in uno Slam. Il ricorrente problema al polpaccio, peraltro, potrebbe anche convincerlo a non rischiare. Ma tanto noi, di pazienza, con lui ne abbiamo sempre avuta.

A cosa serve Andre Agassi?
Per il suo trentesimo compleanno, Novak Djokovic ha regalato l’annuncio ufficiale della sua collaborazione con Andre Agassi. La voce girava da un po’ e il poco credito che le veniva dato non era slegato da considerazioni tecniche. Dopo una collaborazione con Becker che senso poteva mai avere una con quello che è stato quasi una sua nemesi? E se Becker poteva insegnare a Novak qualcosa nei dintorni della rete cosa mai può trarre il serbo dal gioco di uno che giocava in modo non troppo diverso da lui e probabilmente un po’ peggio? Il passante di rovescio? La reattività sulla risposta? Il pressing da fondo campo? La conduzione tattica della partita? Andiamo. Solo che quello che cerca Nole non si trova sui campi di gioco. Il serbo sembra (è?) alle prese con un momento della sua vita che solo parzialmente intende svolgere sui campi di tennis. Le stesse incerte spiegazioni abbozzate non toccano mai gli aspetti tennistici. “Ha passato quello che sto passando io”; “può farmi diventare un uomo migliore”; “l’ho sempre rispettato come uomo”; “ha i valori della famiglia”; “è un filantropo”. Tutte cose che col tennis c’entrano poco. Quando l’anno scorso Djokovic completò il cerchio diventando il primo uomo dai tempi di Laver a detenere il titolo di tutti e quattro gli slam qualcuno aveva ipotizzato che potesse subentrare una sorta di appagamento. Sembra che sia successa una cosa diversa e più profonda. Per quanto serva essere molto cauti e si finisca sempre con peccare di superficialità Nole sembra vittima di un fenomeno che gli psicoanalisti hanno studiato a lungo e che grossolanamente va sotto il nome di “depressione post coito”. Dopo aver speso tutte le proprie energie per il raggiungimento di un piacere infinito arriva il senso di svuotamento accompagnato da un certo disinteresse per quello che fino ad un attimo prima ti sembrava fondamentale. La comprensione di questo è un percorso che potenzialmente può accompagnarci per il resto della nostra vita ed esula abbastanza da quel rettangolo circoscritto da linee e diviso da una rete. Che Agassi sia la persona giusta per affrontare un problema così complesso è solo un ulteriore indizio della confusione di Nole.

Quali match sono da vedere nel tabellone maschile?
Martin Klizan esordirà contro Lokoli e poi dovrebbe avere contro Andy Murray. Baghdatis vs Almagro è sicuramente il match da non perdere nel primo turno per guardare una partita in spensieratezza aspettando gli hot shot, ma Alexander Zverev contro Fernando Verdasco è “la” partita di primo turno. Se Nando ha voglia, può battere il fresco vincitore del torneo di Roma, chiamato alla conferma proprio a Parigi. Il punto è: avrà voglia? Forse non lo sa neanche lui, e quindi neanche noi. Dolgopolov, uno dei nostri preferiti, incrocerà contro Berlocq: si prevedono tante smorzate. Da seguire anche Fognini contro Tiafoe, il cui vincente giocherà contro Seppi o Giraldo, più Giraldo che Seppi diremmo. Dustin Brown contro Gaël Monfils sarà un match di avanspettacolo applicato al tennis mentre non ci stupiremmo se Kyrgios perdesse subito contro il tedesco Kohlschreiber. Gulbis contro Cilic è un’altra partita da guardare senza speranze che succeda qualcosa di bello (cioè che Cilic perda) mentre Carreño-Busta proverà a battere Florian Mayer, auguri. Benoit Paire potrebbe passare alla storia per l’upset del secolo battendo Nadal al primo turno, e così forse imploderebbe l’internet del tennis (ovviamente Paire perderebbe al turno successivo contro De Miñaur) mentre Bernard Tomic giocherà contro Thiem e sarà stanco sul 3 pari del secondo set.

WTA

Ma chi è la favorita?
I bookmaker fino a poco tempo fa davano per prima favorita Maria Sharapova, basta questo a spiegare il clima di totale confusione che regna tra gli addetti del settore quando qualcuno rivolge loro la domanda: ma chi vincerà questi French Open? Dopo le due settimane Madrid-Roma, il nome della tennista da battere sembrava essere Simona Halep, ma proprio nella finale di Roma la romena si è infortunata alla caviglia, prendendo una storta. La partecipazione al torneo non è in dubbio, la possibilità che arrivi fino in fondo sì. Il ranking nemmeno aiuta: la numero 1, Kerber, ultimamente gioca da top 50 (ha preso un bagel da Kontaveit a Roma, per dire), la numero 3, Pliskova, su terra è la nuova “cow on ice”. Muguruza è un nome papabile ma non deve avere cali di concentrazione, cosa che non le è riuscito negli ultimi tornei. Svitolina ha vinto Roma per grazia divina. Si punta sulla beniamina di casa e tennista tra le più in forma del momento, Kristina Mladenovic, ma è ancora un nome troppo da outsider per essere considerata la favorita. Rimane soltanto un nome, quello giusto, di una ex campionessa che sulla terra si esprime al meglio e nonostante i quasi trentadue anni è ancora in top 10: scegliamo Svetlana Kuznetsova.

Riuscirà Caroline Garcia a non farsela sotto?
Mai oltre il secondo turno a Parigi in sei partecipazioni, due anni fa la francese Garcia, 23 anni, perdeva davanti al pubblico di casa contro Donna Vekic, conosciuta più per essere la fidanzata di Wawrinka che per i suoi risultati. Una sconsolata Caroline rivelò poi tutta la sua frustrazione: «Ad ogni Roland Garros non riesco a giocare a tennis, ho perso le speranze. Non dipende dall’avversario ma da me». L’anno scorso non è andata tanto meglio: soltanto un secondo turno con relativa sconfitta subita per mano di Agniezska Radwanska. Garcia sembra sempre pronta all’exploit ma ogni anno finisce per mancarlo. Quest’anno va pure aggiunto il carico da novanta: oltre ai risultati non entusiasmanti dentro il campo, la francese è stata protagonista di alcune “incomprensioni” con la Federazione Francese per le mancate partecipazioni in Fed Cup. Grazie a queste si è anche procurata l’astio delle sue compagne di squadre, tra cui anche l’ex amica e compagna di doppio Kristina Mladenovic, con cui ha vinto uno Slam e fatto due finali, che non ha mancato di dirgliene di tutti i colori. Ce la farà quest’anno Garcia a lasciare tutto questo da parte – la paura di giocare in casa, le disavventura con la Federtennis francese e le compagne di squadra, la stagione non tra le migliori finora – e ad arrivare alla seconda settimana? Incontrerà Nao Hibino al primo turno, il nome perfetto per un’altra sconfitta inaspettata.

Quali partite vedere nel tabellone femminile?
Avete cinque euro da buttare? Kerber perdente contro Makarova. Magari non sarà la partita più entusiasmante del draw ma Makarova è uno dei nomi più importanti tra le non-teste-di-serie (Ekaterina è plurisemifinalista Slam, a Melbourne e US Open). Kvitova-Boserup va vista soltanto perché la seconda su terra dovrebbe essere innocua, e questo aumenta le chance di vedere Kvitova vincere: non volete perdervi la sua reazione in questo caso, no? Francesca Schiavone all’ultimo Roland Garros incontra la ex campionessa Garbiñe Muguruza, sul campo che baciò sette anni fa dopo la vittoria su Stosur, il Philippe Chatrier. Non c’è occasione migliore per salutare Francesca. E siamo sicuri che la Leonessa vorrà ricambiare concedendo spettacolo, contro una tennista che ha già battuto, a Roma tre anni fa. Vorrete dare un’occhiata anche a Giorgi contro Dodin perché è una partita a specchio: colpi potenti senza pensare. Vince chi non finisce prima fuori giri. Se poi volete fare gli hipster, qui una serie di match a caccia della stella del domani, così che possiate un giorno dire: “Ma io l’ho scoperta prima che diventasse famosa!”: Vondrousova contro Hesse, con la prima che è una diciassettenne tennista ceca già in top 100 e già con un titolo WTA in tasca; Anisimova contro Nara, e qui scendiamo ancora con l’età visto che Anisimova ha solo 15 anni (se vincesse al secondo turno potrebbe trovare la trentaseienne Venus Williams); e per finire Bellis-Lemoine, con la prima che è la più accreditata per essere la futura numero 1 del circuito.

Bentornata.
Bentornata.

Chi andrà più avanti tra le tenniste che non sono teste di serie?
L’anno scorso arrivarono ai quarti ben quattro tenniste che non avevano una testa di serie e la regola, almeno negli ultimi anni, è che ai quarti ne arrivi sempre almeno una. L’ultima volta che al Roland Garros sono arrivate 8 teste di serie è stato nel 2011; negli Slam l’ultima volta è successa tre anni fa, agli Australian Open. Insomma, quando escono i tabelloni si fa un gran parlare dei possibili incroci delle teste di serie, ma nella realtà c’è sempre qualche intrusa. Questa edizione del Roland Garros non dovrebbe fare eccezione, perché le gerarchie sono davvero labili e c’è molta incertezza. Nel primo ottavo, per esempio, ci sono Kerber, Vinci, Stosur e Kvitova: chi scommetterebbe su una di loro ai quarti? Occhio quindi a Makarova (che ha giocato i quarti in tutti gli Slam, tranne il Roland Garros), Puig, che debutterà proprio con Vinci e Ostapenko, classe 1997 e finalista a Charleston quest’anno. Ma è nella parte bassa del tabellone che potrebbe davvero succedere di tutto: Karolina Pliskova, testa di serie numero 2 del tabellone, a Parigi ha vinto due partite su sette, e da quelle parti non ci sono nomi con cui andare sul sicuro: occhio perciò a Safarova, finalista due anni fa, e a Begu, che peraltro difende gli ottavi dell’anno scorso. Anche un po’ più su, dove ci sono Konta e Radwanska potrebbero esserci delle sorprese, ma è probabilmente l’ottavo di Halep quello più traballante: ci sono finite, tra le teste di serie, Vesnina, Suarez-Navarro e Kasatkina ed è davvero difficile dire chi ha più chance di arrivare ai quarti. Secondo logica il nome dovrebbe essere quello di Halep, finalista a Roma e vittoriosa a Madrid, ma la caduta durante la finale degli Internazionali dovrebbe renderle la vita piuttosto complicata, anche perché in quella sezione sono capitate Andrea Petkovic (che però ha vinto 6 partite su 20 quest’anno, ma pure nel 2014 arrivò in semifinale praticamente dal nulla) e Marketa Vondrousova, che nelle qualificazioni ha spazzato via tutte le avversarie e che sembra già pronta a mettere in difficoltà le più forti, alla prima partecipazione in uno Slam.

Roland Garros 2017


Previous Next

keyboard_arrow_up