Abbiamo problemi con la gente.
Negate, concesse, rifiutate, non più necessarie: quattro wildcard che hanno contribuito a dare forma al destino di Francesca Schiavone negli ultimi sei mesi in quella che, con tutta probabilità, sarà la stagione del ritiro. Sembra impensabile che potremmo non vedere il suo tennis a tutto campo agli Internazionali d’Italia di quest’anno.
Ad oggi, la tennista italiana che ha ottenuto i risultati più concreti quest’anno è costretta, se le andrà bene, a giocare le prequalificazioni per un posto nel tabellone principale del torneo romano. E tutto questo nell’anno del ritiro. Ma Schiavone, in questi mesi, non è stata a guardare e si è presa qualche rivincita. Prima su tutte la vittoria del torneo International di Bogotà, dove ha partecipato anche questa volta grazie ad una wildcard. Ma poi anche con una ritrovata confidenza e forma fisica su terra rossa: con i colpi che ha fatto vedere questa settimana, più volte finiti negli highlights di fine partita, avrà fatto mangiare le mani ai molti che non sentivano necessaria la sua presenza al torneo di casa. Al di là degli organizzatori, infatti, va sempre ricordato che i tornei esistono per il pubblico pagante e, se c’è una cosa che è certa, è che tutti avrebbero pagato per vedere ancora un ultimo match della Leonessa sul Centrale del Foro Italico.
Incredible tennis from @Schiavone_Fra! 👏 pic.twitter.com/UXpkUpB7R5
— wta (@WTA) April 16, 2017
Non siamo sicuri che siamo pronti a rinunciare a cose come questa
Wildcard sfruttata
Quella di Bogotà, che le ha fruttato l’ottavo titolo in carriera. Settimo sulla terra rossa. Voluta fortemente dagli organizzatori per la capacità di esaltare il pubblico nei suoi match, Schiavone ha ripagato le attese.
«Quando il pubblico vuole guardarti e ti rispetta e vuole vedere il tuo tennis, questa è la sensazione più bella», ha ringraziato nella cerimonia di chiusura. Bisogna ricordare che Bogotà non è Indian Wells, e seppure Schiavone ha battuto le principali teste di serie (1, 3, 4 e 6), si è pur sempre trattato di una top 25 decisamente non in forma (Kiki Bertens) e di altre quattro tenniste classificate al di fuori della top 50.
Insomma, non è un caso che Arrabarruena, finalista di questa edizione, questo torneo l’ha vinto in passato. Quindi occhio ad utilizzare termini come “Immensa”, “Infinita”, come fosse Federer dopo il diciottesimo Slam. C’è da dire che Schiavone è a due mesi dai trentasette anni, e due titoli su quattro sono arrivati nella fase finale della carriera, quando molti le suggerivano di appendere racchetta al famigerato chiodo.
Questa storia è la riprova che solo l’atleta può realmente conoscere quando vuole smettere e che l’abnegazione e il duro lavoro ripagano sempre. Il successo colombiano è il più importante risultato italiano femminile del 2017, e Francesca è la prima italiana per punteggio nella Race (questo dice molto sui risultati dell’Italia al femminile nel 2017: è desolante sapere che Schiavone trova alla posizione n°54).
Non perde tempo, 5 minuti ed è video sui social. Francesca è la Gianni Morandi del tennis
Wildcard negata
Quella degli Internazionali di Roma. Davvero inspiegabile rimane la scelta degli organizzatori di concederla a Maria Sharapova e Sara Errani, così escludendola. La russa si può dire che fosse una scelta obbligata; inutile fare i moralisti, qualunque organizzatore dopo il forfait di Federer e di Serena Williams avrebbe provato a tirare su le sorti commerciali del torneo con qualche nome acchiappa-spettatori. In più Sharapova ha vinto il torneo tre volte in passato: insomma, non è la prima che passa da queste parti. Certo, si può anche discutere se una rientrante da un ban per doping meriti di fare il suo rientro in pompa magna in questo modo – e se ne è discusso, anche troppo – e vedendo la scelta pubblicizzata come fosse la numero uno al mondo. Sul marketing c’è poco da discutere.
Quello che invece vale la pena di discutere è la scelta della “tennista di casa” a cui destinare la wildcard, i.e. Sara Errani o Francesca Schiavone per l’appunto. Errani ha dalla sua che ha sicuramente più chance di andare avanti nel torneo (a Roma è l’unica italiana da tempi immemori ad aver raggiunto la finale), ma Schiavone è all’ultima stagione (a meno di ripensamenti) e tanto dovrebbe bastare. Come si può pensare di lasciare fuori la prima campionessa Slam italiana l’ultimo anno che ha scelto di partecipare al torneo? Come si può non concederle una wildcard, se non per rispetto, per celebrarne il ritiro? Hanno consapevolmente scelto di continuare il trend delle celebrazioni ex post, come successo l’anno scorso con Flavia Pennetta, già ritiratasi?
Si obietterà, ed è stato obiettato, che Schiavone non ha ricevuto wildcard per il tabellone principale e per quello di qualificazioni così da poter entrare le prequalificazioni ed avere più chance di passare al main draw. Ma davvero vogliamo lasciare all’incertezza la possibilità di avere per l’ultima volta in torneo la più famosa, forte e storica tennista italiana degli ultimi 20 anni? A maggior ragione questo discorso poteva essere più valido per Sara Errani. L’unica ragione che può dare un senso alla scelta è che lasciare fuori Sara Errani sarebbe sembrato uno sgarbo, visto che la tennista ha ancora qualche anno di carriera davanti a sé, mentre Francesca in fondo non ha realmente nulla da chiedere a questa stagione. Ma forse Errani avrebbe capito la scelta, no?
«Il tennis è un compromesso di cuore, amore, arte, sacrificio. Sembra facile ma non lo è. Significa cresce ogni giorno, dire sì quando è un no»
Wildcard rifiutata
Quella delle Olimpiadi di Rio 2016. Con questo messaggio Francesca quest’estate diceva di no alla sua ultima possibilità di vestire la maglia azzurra per una medaglia olimpica:
«Qui a Wimbledon ho ricevuto comunicazione della wild card per i Giochi Olimpici di Rio 2016. È una notizia che mi ha resa felice. Ho deciso però di non accettarla perché in questa fase della mia vita, con le decisioni importanti che mi si pongono di fronte circa lo sviluppo della carriera, devo concentrarmi e privilegiare i miei progetti personali. Per questo non sarò a Rio. Una scelta che mi costa ma sono orgogliosa di aver indossato la maglia azzurra in tre edizioni dei Giochi. Ad agosto sarò davanti alla televisione per fare il tifo per tutti gli Azzurri»
Non è impossibile pensare che possa essere nato qualche attrito con la Federazione per questa mancata partecipazione, anche se l’ipotesi rimane abbastanza remota.
Wildcard superflua
Quella di Parigi, che con i punti del torneo di Bogotà quasi con matematica certezza non servirà più per entrare nel tabellone principale.
«Anche nel caso in cui ne chiedessi una, non credo me la darebbero. Alcune “persone” l’hanno già chiesta e probabilmente l’otterranno, ma io non ho lo stesso impatto commerciale di altre giocatrici. Anche se sono ex campionessa e finalista, non conto nulla»
Con queste parole Francesca, poche settimane fa, si riferiva all’imminente ritorno in scena di Maria Sharapova e la probabilità che le avrebbe soffiato anche la wildcard per il Roland Garros. Buone notizie da questo versante, la leonessa potrà ancora una volta tornare sui campi che le hanno dato la soddisfazione più grande ad offrire spettacolo. E noi saremo lì a guardarla, visto che non possiamo farlo nel torneo di casa.