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Cinque cose sul prossimo Wimbledon maschile

1. Chi ci sarà, chi non ci sarà e chi tornerà
Partiamo dagli assenti perché c’è un nome che fa più rumore degli altri: quello di Rafael Nadal, che ha annunciato il ritiro dal torneo già due settimane fa. Non è stata una notizia clamorosa, perché lo spagnolo si era ritirato nel corso del Roland Garros, facendo intuire che il problema non si sarebbe risolto a breve. Rafa non ha partecipato nemmeno al Queen’s e quindi è probabile che lo rivedremo solo a Toronto, per la Rogers Cup. Oltre a Nadal mancheranno Tommy Robredo e Thanasi Kokkinakis. Il loro posto viene preso da Albert Montañes, Gastão Elias e Facundo Bagnis. Siccome le qualificazioni sono già partite, ogni altra defezione sarà coperta da un lucky loser, cioè un giocatore sorteggiato tra quelli eliminati all’ultimo turno delle qualificazioni.

Hanno chiesto di entrare in tabellone con il ranking protetto sette tennisti: Juan Martín del Potro, Florian Mayer, Julien Bennetau, Janko Tipsarevic, Brian Baker, Yen-Hsun Lu e Dmitry Tursunov. Per tre di loro si tratta di un ritorno dopo molti anni di assenza: per del Potro è il primo Slam dopo oltre due anni e mezzo e il primo Wimbledon dall’edizione 2013, quando arrivò ad un set dalla finale. Baker non gioca a Wimbledon addirittura da quattro anni: nel 2012 giocò un ottimo torneo e arrivò fino agli ottavi di finale, il suo miglior risultato in assoluto negli Slam. Tursunov, che può vantare due ottavi di finale nel torneo londinese, ha giocato l’ultimo Wimbledon due anni fa, e non passa un turno in uno Slam dal Roland Garros di quell’anno.

Di otto wild-card disponibili gli organizzatori per ora ne hanno annunciate solo sei e sono andate ai britannici Liam Broady, Alex Ward, James Ward e Brydan Klein, al ceco Radek Stepanek e al tedesco Dustin Brown. Per James Ward si tratta della settima partecipazione, la settima con una wild-card: solo nel 2012 e nel 2015, però, è riuscito a passare un turno. Non è detto comunque che tutte le otto wild-card vengano utilizzate: nel 2013, per esempio, gli organizzatori decisero di utilizzarne solo cinque e i tre posti rimanenti vennero assegnati ai tre tennisti che erano rimasti fuori dal cut-off. Se non verranno assegnate le ultime due wild-card, quindi, entreranno in tabellone Santiago Giraldo e Jan-Lennard Struff, che non si sono iscritti alle qualificazioni.

Milos Raonic con il suo nuovo allenatore, John McEnroe, tre volte campione a Wimbledon
Milos Raonic con il suo nuovo allenatore, John McEnroe, tre volte campione a Wimbledon.

2. Le teste di serie
Wimbledon, unico fra gli Slam, prevede un calcolo che tiene conto dei risultati ottenuti su erba dai primi 32 tennisti secondo il ranking della settimana precedente al torneo. Per cui, come negli altri Slam, i primi 32 tennisti del ranking ATP hanno garantita una testa di serie, ma per quanto riguarda l’ordine delle teste di serie occorre prendere la calcolatrice. Questo ranking su erba è calcolato da una somma che ha per fattori:

  • i punti ATP nella settimana precedente al torneo (quindi la classifica pubblicata il 20 giugno 2016);
  • i punti ottenuti su erba nei dodici mesi precedenti il ranking considerato;
  • il 75% dei punti ottenuti grazie al miglior risultato su erba nei dodici mesi ancora precedenti.

Alla fine la suddivisione delle 32 teste di serie sarà questa:

1-2: Djokovic – Murray
3-4: Federer – Wawrinka
5-8: Nishikori – Raonic – Gasquet – Thiem
9-12: Cilic – Berdych – Goffin – Tsonga
13-16: Ferrer – Bautista-Agut – Kyrgios – Simon
17-24: Monfils – Isner – Tomic – Anderson – Kohlschreiber – López – Karlovic – Zverev
25-32: Troicki – Paire – Sock – Querrey – Cuevas – Dolgopolov – Sousa – Pouille

Come sempre, le teste di serie non si possano incrociare tra loro prima del terzo turno. Al terzo turno le prime otto teste di serie giocheranno, se ci arrivano, contro quelle comprese tra le venticinquesima e la trentaduesima posizione. Inoltre, i primi quattro del tabellone, agli ottavi, pescano tra la tredicesima e la sedicesima testa di serie. Il sorteggio si terrà venerdì alle 10 locali, le 11 italiane.

Nella fascia 25-32 non ci sono tennisti particolarmente pericolosi e l’unico che sembra in grado di spaventare i primi otto – o alcuni di loro, per lo meno – è Aleksandr Dolgopolov, che però non è mai andato oltre il terzo turno a Wimbledon. Molto interessante la fascia superiore, 17-24, che al terzo turno incontrerà la fascia 9-16 (quella da Cilic fino a Simon, per intenderci). A parte Monfils e Anderson, le cui condizioni fisiche non sono certo buone, ci sono tennisti molto pericolosi sull’erba: Isner e Karlovic, il cui servizio può giocare brutti scherzi; gli specialisti Tomic, Kohlschreiber e López; e ovvviamente the next big thing, Alexander Zverev, finalista ad Halle la settimana scorsa.

I primi otto dovranno preoccuparsi sostanzialmente di non pescare Dolgopolov al terzo turno, mentre agli ottavi potrebbero esserci clienti molto insidiosi. Tipo Tsonga (per la fascia 5-8) e Kyrgios (per quella 1-4), per dirne due. Decisamente più “morbidi” gli spagnoli Ferrer e Bautista-Agut, entrambi nella fascia 13-16 e quindi in rotta di collisione con i primi 4 agli ottavi. Vista la competitività della fascia 17-24, comunque, non sarebbe sorprendente non trovare gli spagnoli al terzo turno. Ai quarti l’avversario da pescare è Nishikori, che si fa spesso e volentieri male sull’erba e quest’anno non ha fatto eccezione, ritirandosi prima di affrontare Florian Mayer al secondo turno di Halle. A Wimbledon non ha mai passato gli ottavi, anche se alle Olimpiadi di Londra arrivò un po’ a sorpresa nei quarti di finale. Tra gli altri tre, meglio Gasquet e Thiem di Raonic, di certo l’avversario più temibile prima delle semifinali.

Tra i tennisti non compresi tra le teste di serie vanno tenuti d’occhio ovviamente Florian Mayer, vincitore ad Halle e quartofinalista in due edizioni dei Championships; Nicolas Mahut, che ha vinto quattro titoli in carriera, tutti sull’erba; Marcos Baghdatis, semifinalista nel 2006 e quartofinalista nel 2007; Dustin Brown, capace di arrivare fino al terzo turno lo scorso anno; Andreas Seppi, che sull’erba si trova estremamente a suo agio; Fernando Verdasco, quartofinalista tre anni fa e sempre in grado di battere le teste di serie quando è in giornata di grazia; e infine Sergyi Stakhovsky, che Federer a parte gioca sempre molto bene sulle superfici veloci e ad Halle stava dando una severa lezione a Goffin prima di ritirarsi per infortunio.

3. Gli italiani
Ci saranno tre italiani al via, nessuno di loro però è compreso tra le teste di serie. L’ultima volta che è successo, agli Australian Open 2012, finì con sei sconfitte al primo turno e una sola vittoria, per Flavio Cipolla, che venne eliminato al turno successivo. I tre italiani sono Fabio Fognini, Andreas Seppi e Paolo Lorenzi. Non dovrebbe andare molto diversamente quest’anno, perché il solo Seppi ama giocare sull’erba ed è lui l’unica speranza dell’Italia per questo torneo. Seppi riuscì ad arrivare fino agli ottavi di finale tre anni fa, quest’anno non ci si può aspettare molto perché al primo turno potrebbe arrivare un tennista decisamente superiore; Fognini, che giocherà il primo torneo dopo essersi sposato con Flavia Pennetta, ha passato il secondo turno in due occasioni (2010 e 2014); Lorenzi ha vinto due set in cinque partecipazioni, entrambi con Mahut nel 2012. Nelle qualificazioni l’unico che è arrivato al terzo turno è Thomas Fabbiano, che potrebbe diventare quindi il quarto italiano del tabellone. Arnaboldi è stato eliminato sùbito mentre Bolelli (che è infortunato) e Cecchinato (che ha preferito i challenger su terra battuta di Perugia e Milano) non si sono nemmeno iscritti.

Murray ha vinto la settimana scorsa il Queen's per la quinta volta: nessuno ha vinto più di lui
La settimana scorsa Murray ha vinto il Queen’s per la quinta volta: nessuno ha vinto più di lui

4. Il programma
Si comincia di lunedì e si finisce di domenica, anche se la prima domenica sarà quella dedicata al riposo. A Wimbledon una volta la finale maschile si teneva di sabato, ma alla fine anche la tradizione ha dovuto diventare un po’ flessibile. Il secondo lunedì è quindi dedicato a tutti gli ottavi, quello che viene chiamato Manic Monday e di lì si procede a giocare un giorno sì e un giorno no. Londra è un’ora indietro rispetto al nostro fuso orario. Il Campo Centrale e il campo n.1 cominciano sempre alle 14 italiane, tutti gli altri alle 12:30. Avendo il tetto retrattile, sul Campo Centrale si gioca anche con la pioggia. Non sono previste sessioni notturne, ma gli organizzatori possono decidere di far terminare gli incontri con il tetto coperto e la luce artificiale, a patto che non si giochi oltre le 23 locali (la mezzanotte italiana). Nel singolare maschile comincia per prima la parta alta del tabellone, in quello femminile la parte bassa. Questo perché la partita inaugurale del campo centrale la gioca sempre il detentore del titolo del singolare maschile. La detentrice del singolare femminile apre il programma del martedì. Visto che l’anno scorso ha vinto la testa di serie numero 1 sia nel singolare maschile, Djokovic, che femminile, Serena Williams, ecco spiegata la scansione dei due calendari. Questo il programma nel dettaglio:

Lunedì 27 giugno – martedì 28 giugno: primo turno
Mercoledì 29 giugno – giovedì 30 giugno: secondo turno
Venerdì 1 luglio – sabato 2 luglio: terzo turno
Lunedì 4 luglio: ottavi di finale
Mercoledì 6 luglio: quarti di finale
Venerdì 8 luglio: semifinali
Domenica 10 luglio: finale (a partire dalle 15 italiane)

5. I record
Novak Djokovic, dopo aver completato il Career Grand Slam a Parigi, arriva a Wimbledon con un nuovo obiettivo ancora più prestigioso, il Calendar Grand Slam, cioè la vittoria di tutti e quattro gli Slam nell’anno solare. L’unico a riuscirci in Era Open è stato Rod Laver, nel 1969. Da allora nessuno ci è andato vicino, fermandosi al massimo ai due primi Slam. L’ultimo a provarci, Jim Courier, arrivò a Wimbledon e riuscì effettivamente a fare la storia. Ma non come avrebbe voluto, bensì perdendo al terzo turno a Wimbledon contro un qualificato che era al numero 193 del mondo, Andrei Olhovskiy. È stata l’unica volta nella storia di Wimbledon (in Era Open) che il numero 1 del tabellone ha perso contro un qualificato. Novak cercherà di vincere il tredicesimo Slam, il quinto consecutivo, per portarsi ad una vittoria da Rafael Nadal e Pete Sampras, appaiati al secondo posto della classifica di tutti i tempi dietro a Roger Federer. Il suo quarto Wimbledon, il terzo consecutivo, lo porterebbe al quarto posto in Era Open dietro a Federer (7 titoli), Sampras (7) e Borg (5). Questi tre tennisti sono anche gli unici in Era Open ad aver vinto per almeno tre volte consecutive il torneo più prestigioso del mondo.

Andy Murray, che ha giocato le ultime due finali Slam contro Djokovic, cercherà a Wimbledon la terza finale (quarta se consideriamo anche le Olimpiadi): ha perso quella del 2012 e ha vinto nel 2013, mentre nelle ultime due edizioni ha perso nei quarti di finale (con Dimitrov) e in semifinale (con Federer). Il suo ultimo Slam risale ormai a tre anni fa, quando batté proprio Djokovic in una finale a senso unico. Quella partita è stata anche l’ultima vittoria di Andy contro il serbo in una partita Slam: da allora i due coetanei si sono incontrati cinque volte negli Slam e ha sempre vinto Djokovic. Quest’anno, oltre che agli Australian Open e al Roland Garros, i due si sono affrontati nelle finali di Madrid e Roma, con una vittoria per parte.

Roger Federer giocherà il suo primo Slam dopo la pausa forzata di Parigi che lo ha costretto ad interrompere la striscia di 65 Slam giocati consecutivamente. Si presenterà a Wimbledon per il diciottesimo anno consecutivo e il curriculum non è malaccio: ha vinto sette volte il titolo, ha giocato altre tre finali e ha un record perfetto in semifinale: 10 vittorie su 10. Lo svizzero proverà ancora una volta a superare Sampras e Renshaw, i due tennisti che come lui sono riusciti a vincere Wimbledon per sette volte. Vincendo Wimbledon alla tenera età di 34 anni e 11 mesi, Federer diventerebbe di gran lunga il tennista più anziano a vincere questo titolo in Era Open. Il record appartiene ad Arthur Ashe, campione nel 1975 quando lo statunitense aveva 31 anni e 11 mesi. Se dovesse arrivare in finale e giocare ancora una volta contro Djokovic, i due diventerebbero la terza coppia a giocare tre finali di fila a Wimbledon in Era Open: le altre coppie sono Becker-Edberg (1988-1990) e Federer-Nadal (2006-2008).

Tra gli altri tennisti presenti in tabellone, solo Tomas Berdych (2010) è riuscito ad arrivare in finale. Dal 2003 ad oggi, infatti, il titolo lo ha sempre vinto uno tra Federer, Djokovic, Nadal e Murray. Nel corso di questi tredici anni sono riusciti ad arrivare in finale anche Mark Philippoussis ed Andy Roddick, ma entrambi si sono ritirati da tempo.

Wimbledon 2016


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