Abbiamo problemi con la gente.
By Daniele Vallotto Posted in recap on 29 Maggio 2016 11 min read
Viale del ritiro
Rafael Nadal, nei tre tornei dello Slam precedenti a questo Roland Garros, aveva vinto appena tre partite: una a Wimbledon, due a New York, nessuna a Melbourne. Le due vittorie a Parigi, contro Groth e Bagnis, erano state vittorie di routine e sembrava piuttosto probabile che Nadal ne avrebbe aggiunte almeno altre tre, perché il percorso verso le semifinali non era di quelli troppo ostici. Invece la maledizione Slam continua: dal Roland Garros 2014 Nadal non ha più giocato nemmeno una semifinale Slam, perdendo spesso contro avversari mediocri. Ma questa di Parigi non è una sconfitta, e forse fa ancora più male. Quando Nadal ha annunciato a sorpresa la conferenza stampa, in molti l’avevano capito. Il tendine infiammato ha costretto il vincitore di nove delle ultime undici edizioni a rassegnarsi alla realtà: il fisico non è più quello di una volta. Cinque anni fa, Roger Federer giocava l’ultimo grande match sulla terra battuta al meglio dei cinque set e qualcuno si aspettava che Nadal avrebbe fatto lo stesso, magari in un’epica semifinale contro Novak Djokovic. Ma più passa il tempo e più sta diventando evidente che questi due campioni che si sono rincorsi a vicenda per tanto tempo percorreranno strade molto diverse sul viale del ritiro.
I turbamenti di Murray
Che il primo turno di Murray non fosse stato particolarmente fortunato – ha pescato un qualificato, ma il peggiore che gli poteva capitare – lo si era capito sùbito, ma che lo scozzese avrebbe rischiato così tanto non se l’era immaginato davvero nessuno. Radek Stepanek, con il suo tennis di una volta, ha tenuto in ostaggio il numero 2 del mondo per due set, poi ha approfittato del più evidente difetto dello Slam parigino per giocarsela il giorno dopo in un set secco. È finita come doveva finire, 7-5 per Murray, ma i dubbi del primo turno non sono stati affatto spazzati via. Murray è riuscito a fare peggio il giorno dopo contro Mathias Bourgue (con la g dolce, come la j francese, per favore) e per circa due set e mezzo non ci ha capito nulla, intontito dalle numerosissime palle corte che il ragazzo gli ha giocato con una sconsideratezza travestita da nonchalance che ha ovviamente gasato i francesi. Alla fine Murray è venuto a capo anche di questo puzzle e al terzo turno, naturalmente, quando ha incontrato per la prima volta nel torneo una testa di serie, ha concesso al massimo un tie-break. È anche vero che Ivo Karlovic, il secondo tennista più anziano in tabellone, era fiaccato da un lungo match al quinto set nel turno precedente e il croato ha confermato che contro Murray sapeva di avere poche chance. Passato il pericolo, Murray non potrà però restare tranquillo a lungo: dopo Isner, verosimilmente, gli capiterà Kei Nishikori e poi, forse, Stan Wawrinka. Il percorso poteva essere più semplice, vero, ma Murray, una crisi esistenziale che cammina, non ha fatto nulla per aiutarsi.
Ritiri annunciati e mai realizzati
Francesca Schiavone, nella conferenza stampa successiva alla sua sconfitta al primo turno, ha detto che le possibilità di rivederla a Parigi non sono molto alte. Il Roland Garros, però, era già arrivato a conclusioni affrettate e mentre Francesca salutava il pubblico, lo speaker annunciava che quello sarebbe stato il suo ultimo Roland Garros. Di sicuro non c’è ancora nulla e Schiavone ha dovuto precisare che no, il suo ritiro non è ancora ufficiale. La sconfitta di Schiavone al primo turno, ad ogni modo, non ha sorpreso quasi nessuno, ma gli altri italiani hanno deluso le aspettative: Fognini, che aveva trovato una testa di serie in extremis ma che probabilmente ha già la testa al matrimonio con Flavia Pennetta, ha perso in tre set contro Granollers, che ora è agli ottavi grazie al ritiro di Nadal; Seppi ha perso in tre set con Gulbis; Lorenzi non ha vinto nemmeno un set contro la sua fotocopia argentina, Carlos Berlocq; Cecchinato ha fatto quel che ha potuto (poco) contro Kyrgios. Tra le donne non è andata meglio: Karin Knapp è stata sfortunata a pescare Azarenka, ma la sfortuna è diventata fortuna perché le condizioni fisiche della bielorussa non le hanno permesso di finire la partite. Knapp è poi arrivata al terzo turno, dove ha raccolto appena due game contro Yulia Putintseva. Il suo risultato è stato il migliore di tutti: Camila Giorgi, che non è affatto in forma, ha perso al secondo turno contro Kiki Bertens; Vinci, testa di serie numero 7, ha fatto una figuraccia contro Kateryna Bondarenko, una tennista di cui di solito ci si ricorda in occasione della Fed Cup; e ancora peggio è andata Sara Errani, in piena crisi, capace di perdere in due set contro Tsvetana Pironkova.
Petra Kvitova non cambierà mai, per fortuna
Krunic, Keys, Bacszinsky, Jankovic, Pennetta, Gavrilova, Rogers: le ultime sette sconfitte di Petra Kvitova negli Slam sono quasi tutte ingiustificabili e inspiegabili e non rendono onore a una delle tenniste più talentuose degli ultimi dieci anni. Ma non è nulla di nuovo: anche prima della seconda vittoria a Wimbledon, Petra perse delle partite assurde come quella con Luksika Khumkhum agli Australian Open o con Alison Riske agli US Open. Nel curriculum di Kvitova, solo il 2012 è un anno normale per quanto riguarda le sconfitte nei Major: fu battuta da Maria Sharapova a Melbourne e Parigi e da Serena Williams a Londra. Poi, giusto per levarsi lo sfizio, perse a New York contro Marion Bartoli dopo aver vinto il primo set per 6-1. Giunta ormai all’età di 26 anni, non c’è davvero nulla che faccia pensare che la ceca cambierà e forse è meglio così, piuttosto che fare la fine di Berdych. Del resto, non c’è davvero nulla che faccia pensare che Kvitova non tornerà a vincere uno Slam, prima o poi.
Chi fermerà Serena stavolta?
Qualche settimana fa, parlando del WTA di Stoccarda, scrivevamo:
Quest’anno sono previste tutte le giocatrici in top 10 tranne Azarenka e Williams. Non proprio due eccezioni di poco conto, tanto che sul sito web del torneo gli organizzatori hanno sottolineato orgogliosamente la presenza di otto top 10, guardandosi bene dallo specificare quali sono le assenti. Vorrà dire che chi vincerà il torneo sarà di diritto la terza giocatrice da tenere d’occhio in vista di Parigi. Provare a seguirlo per credere.
Il torneo lo vinse Angelique Kerber, che sembrava per un’ottima stagione sulla terra battuta dopo i naturali scossoni per la vittoria degli Australian Open. Invece, dopo aver battuto la sorpresa Siegemund, Kerber ha giocato tre partite e le ha perse tutte e tre. A onor del vero, i tabelloni non sono stati molto clementi: a Madrid ha trovato Barbora Strycova, a Roma se l’è vista con Bouchard e al Roland Garros è uscita al primo turno contro Kiki Bertens, che un po’ a fatica si è conquistata i suoi primi ottavi di finale in carriera e sembra pronta a giocarsi finalmente le sue carte al di fuori della Fed Cup. Insomma, Stoccarda è stato un grande abbaglio di massa e se si considera che Azarenka sembrava una credibile antagonista a Serena, verrebbe da dire che questo Slam è già assegnato. Per fortuna gli ultimi due Major ci hanno detto che la realtà funziona in maniera diversa e anche la vittoria al terzo turno della numero uno del mondo non ha dato segnali troppo confortanti a Serena, che ha spesso esultato in quel modo isterico e rabbioso che si è visto molto spesso negli ultimi tempi, specie a New York. La rivale più credibile, ad oggi, sembra Garbiñe Muguruza mentre Agnieszka Radwanska, che è nella stessa parte di tabellone della spagnola, dovrà sperare che qualcuno le levi di mezzo Serena se vorrà finalmente vincere uno Slam. Muguruza ha probabilmente l’avversaria più ostica agli ottavi, dato che troverà una tennista tanto talentuosa quanto imprevedibile come Svetlana Kuznetsova. Radwanska invece dovrebbe invece sbarazzarsi facilmente di Pironkova, che ha battuto prima Errani e poi Stephens, e poi potrebbe trovare Halep o Stosur. Dalla parte di Serena ci sono poche sicurezze: in semifinale potrebbe arrivare Bacszinsky (come lo scorso anno) o Keys e Serena dovrà impegnarsi per non esserci dato che affronterà Svitolina agli ottavi e poi forse Suárez-Navarro ai quarti.
E Novak Djokovic, invece?
Murray che arranca, Nadal che si ritira, Nishikori che chissà se si ricorda di essere forte, Wawrinka che chissà come s’è svegliato: se già le quote di Djokovic erano basse a inizio torneo, dopo questa prima settimana dovrebbero essere annullate le giocate. Ma siamo al Roland Garros e giova ricordare ai più smemorati che il serbo questo torneo non l’ha mai vinto e qualche motivo, dev’esserci. Bisogna anche dire che il tabellone del serbo è un’autostrada verso la finale e non ascoltate chi dice che il sorteggio non conta nulla: conta eccome, e basta vedere com’è andata a Roma per rendersene conto. Murray, come Djokovic al Foro Italico, potrà anche arrivare in finale ma rischia di arrivare a corto di energie fisiche e soprattutto mentali mentre Djokovic, semmai, potrebbe rischiare di arrivare poco in palla. Dopo Lu, Darcis e Bedene, tre che anche se sommati non hanno una pesantezza di palla necessaria a impensieriere il serbo, Novak troverà Bautista-Agut (uno talmente noioso che diventa quasi divertente vedere quando sbaglia e capire perché, ma che contro Djokovic non ha possibilità di vittoria), ai quarti uno tra Ferrer e Berdych (sì, Ferrer o Berdych) e in semifinale una sorpresa: il favorito è Thiem, ma qualche chance ce la ha pure Gulbis (dopo il ritiro di Tsonga) a questo punto. Insomma: sarà interessante capire come il dio del tennis deciderà, se lo deciderà, di frantumare ancora una volta il sogno di Djokovic. Dovrà impegnarsi parecchio.
Le partite da vedere
Dopo tanta pioggia, specie nei primi giorni, siamo arrivati agli ottavi con il fiatone perché le partite di ieri hanno rischiato seriamente di slittare ad oggi. Invece alla fine è andato tutto liscio e quindi entrambi i tabelloni sono perfettamente allineati al programma. Con questo sistema di sorteggio, le prime partite notevoli si vedono dagli ottavi in poi e in effetti sia nel tabellone maschile che in quello femminile si affronteranno due top 10: Nishikori-Gasquet e V.Williams-Bacszinski. Sono queste le due partite più interessanti del tabellone, anche se non sono le uniche. Tra gli uomini, meglio dare un occhio a Goffin-Gulbis, ci si potrebbe divertire se Gulbis si mette a giocare, mentre Ferrer-Berdych è una di quelle occasioni da non farsi scappare ma per chi gioca, non per chi guarda. Tra le donne, sono due i match interessanti: Halep-Stosur, perché entrambe sanno giocare molto bene sulla terra battuta (sono 3-3 negli head-to-head, ma gli ultimi tre li ha vinti tutti Simona, che in semifinale a Madrid ha lasciato appena due game all’australiana) e Kuznetsova-Muguruza, perché si tratta del primo vero ostacolo che incontrerà la spagnola. Da tenere d’occhio anche Bertens-Keys dato che entrambe stanno giocando molto bene e hanno un tennis divertente.
Gli ottavi maschili
[1] N. Djokovic v. [14] R. Bautista-Agut
[11] D. Ferrer v. [7] T. Berdych
M. Granollers v. [13] D. Thiem
[12] D. Goffin v. E. Gulbis
[8] M. Raonic v. A. Ramos
[22] V. Troicki v. [3] S. Wawrinka
[5] K. Nishikori v. [9] R. Gasquet
[15] J. Isner v. [2] A. Murray
Gli ottavi femminili
[1] S. Williams v. [18] E. Svitolina
[12] C. Suárez-Navarro v. Y. Putintseva
K. Bertens v. [15] M. Keys
[9] V. Williams v. [8] T. Bacszinsky
[25] I. Begu v. S. Roger
[13] S. Kuznetsova v. [4] G. Muguruza
[6] S. Halep v. [21] S. Stosur
T. Pironkova v. [2] A. Radwanska