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Cinque cose sul Master 1000 di Miami

Chi ci sarà e chi no – Il rientro più atteso è naturalmente quello di Roger Federer, che ha saltato due delle ultime tre edizioni del Miami Open e avrebbe probabilmente continuato la striscia se non si fosse infortunato al menisco dopo (o durante?) gli Australian Open. Ma il rientro di Federer non è l’unico degno di nota, dato che nel main draw ci sarà anche un altro top-10 assente a Indian Wells, David Ferrer, che nel 2013 a Key Biscayne si è trovato ad un punto dal titolo. Federer, invece, non gioca più una finale dall’ultimo trionfo, datato 2006. Tra le teste di serie mancheranno però nomi piuttosto notevoli: a parte Kevin Anderson, Fabio Fognini e Ivo Karlovic (tutti assenti anche in California), anche Philipp Kohlschreiber e Bernard Tomic hanno fatto sapere che non ci saranno. L’australiano si è ritirato durante il match di terzo turno contro Milos Raonic per un infortunio al polso e ha detto di sentirsi molto esausto, sia fisicamente sia psicologicamente. Tra gli altri nomi che non saranno in tabellone pur avendone diritto ci sono: Tommy Robredo, il solito Janko Tipsarevic, Paolo Lorenzi, Pablo Andujar, Nicolás Almagro, Daniel Muñoz de la Nava e Andreas Haider-Maurer. Entrano quindi in tabellone al posto loro: Sam Groth, Damir Dzuhmur, Dusan Lajovic, Ernests Gulbis, Mikhail Youzhny, Ilya Marchenko, Evgeny Donskoy, Kyle Edmund, Lucas Pouille e Ivan Dodig, Rajeev Ram e Diego Schwartzman. Rientrano Sergyi Stakhovsky e Simone Bolelli, che avevano rinunciato a partecipare al BNP Paribas ma saranno invece regolarmente in campo nel Miami Open. Infine, utilizeranno il ranking protetto Juan Martín del Potro (semifinalista nel 2009) e Brian Baker.

Le teste di serie e il tabellone – Avendo un tabellone a 96 giocatori, il Master 1000 di Miami ha 32 teste di serie, esattamente come gli Slam e Indian Wells. I primi 32 del tabellone, però, non devono giocare il primo turno. Il resto dei tennisti, invece, deve giocare sette partite – come in un Major – per vincere il titolo. Queste le 32 teste di serie:

1-2: Djokovic – Murray
3-4: Federer – Wawrinka
5-8: Nadal – Nishikori – Berdych – Ferrer
9-12: Tsonga – Gasquet – Cilic – Raonic
13-16: Isner – Thiem – Goffin – Monfils
17-24: Baustista-Agut – Simon – Troicki – Paire – López – Sock – Cuevas – Kyrgios
25-32: Klizan – Dimitrov – Dolgopolov – Chardy – Querrey – Bellucci – Johnson – Garcia-López

Ad occhio e croce, dei primi quattro il più fortunato è stato Federer, anche se lo svizzero al secondo turno potrebbe trovare Juan Martín del Potro. Ma Chardy (terzo turno), Goffin (ottavi) e Ferrer (quarti, pure lui al rientro come Federer; in alternativa uno tra Cilic e Simon) se non è la migliore delle combinazioni per un tennista fermo da quasi due mesi, poco ci manca. I problemi di Federer, più che gli avversari, sono la condizione fisica e la superficie. Un Federer in condizioni decenti dovrebbe arrivare fino in semifinale e incontrare probabilmente Djokovic.
Né Murray, né Wawrinka possono essere troppo contenti. Stan, in particolare, potrebbe avere più di qualche grattacapo. Al terzo turno dovrebbe esserci Querrey, poi uno tra Isner e Kyrgios e ai quarti Nadal o Raonic. Murray potrebbe trovarsi Coric al secondo turno, Dimitrov al terzo e Monfils agli ottavi: considerato quello che c’era, poteva andare meglio. Il tabellone di Djokovic non pare estremamente complicato, anche se con Klizan non si può mai sapere. Agli ottavi potrebbe esserci Thiem (o Feliciano López, l’unico che l’ha sconfitto in stagione e solo perché il serbo si è ritirato), mentre ai quarti Berdych, sempre che il ceco non si incarti con Paire o Gasquet. Poteva andare peggio.

https://twitter.com/rogerfederer/status/711961971352936448

Hey.

Gli italiani – Mancheranno due dei quattro italiani che hanno diritto a partecipare al torneo: il promesso sposo Fabio Fognini e Paolo Lorenzi. Lorenzi non è infortunato (né ha promesso la mano a qualcuno), ma ha rinunciato ai due Master 1000 americani per prepararsi al meglio in vista della terra battuta. La sua stagione sul rosso comincerà da Houston, un ATP 250 dove ha certamente più possibilità di far punti rispetto a Indian Wells e Miami. In tabellone ci saranno quindi Andreas Seppi e Simone Bolelli, mentre nelle qualificazioni ci saranno Andrea Arnaboldi e Luca Vanni (i due si sono incontrati al primo turno e ha vinto Arnaboldi) mentre Simone Cecchinato ha rinunciato a partecipare. Seppi a Miami ha vinto solo una volta più di una partita (nel 2013, quando venne eliminato agli ottavi da Andy Murray) mentre Bolelli è riuscito a vincere due partite di qualificazione e due partite nel tabellone principale nell’edizione del 2007, perdendo con Ferrer al terzo turno; l’anno successivo passò i primi due turni e andò molto vicino a battere Nikolay Davydenko, numero 4 del tabellone, al terzo turno.

Il programma – Miami è indietro di cinque ore rispetto al fuso orario italiano: questo significa che quando si comincia a giocare a Key Biscayne (cioè alle 11) da noi è pomeriggio inoltrato. Questo il programma completo del torneo:

Mercoledì 23 marzo – giovedì 24 marzo: primo turno, a partire dalle 16
Venerdì 25 marzo – sabato 26 marzo: secondo turno, a partire dalle 16
Domenica 27 marzo – lunedì 28 marzo: terzo turno, a partire dalle 16
Martedì 29 marzo: ottavi di finale, a partire dalle 16
Mercoledì 30 marzo – giovedì 31 marzo: quarti di finale, a partire dalle 16 il mercoledì, dalle 18 il giovedì
Venerdì 1 aprile: semifinali, a partire dalle 18
Domenica 3 aprile: finale, a partire dalle 18.

I record – Il primo double Indian Wells-Miami fu a firma Jim Courier nel 1991. Da allora lo hanno imitato Michael Chang, Pete Sampras, Marcel Rios, Andre Agassi, Roger Federer e Novak Djokovic. Fino all’anno scorso solo Federer era riuscito a fare doppietta per due anni consecutivi (2005-2006), ma è stato raggiunto da Djokovic, che è anche l’unico tennista a vantare tre bis (2011-2014-2015). I quattro che sono riusciti a vincere nello stesso anno Australian Open, Indian Wells e Miami sono Sampras (1994), Agassi (2001), Federer (2006) e Djokovic (2011-2015). Djokovic quindi può fare la terza tripletta di inizio anno nonché diventare il primo a fare tre bis consecutivi nei Master 1000. Il suo ventottesimo Master 1000 lo metterebbe al primo posto solitario nella classifica di titoli vinti a questo livello. A Miami ha già vinto cinque volte (2007-2011-2012-2014-2015): se dovesse vincere il sesto titolo raggiungerebbe Andre Agassi in testa alla classifica.
Murray e Federer, gli altri due tennisti in tabellone capace di vincere il titolo, cercano la terza vittoria in Florida. Federer ha trionfato a Miami ben dieci anni fa e da allora non ha più giocato nemmeno una finale, mentre Murray nelle ultime quattro edizioni ha giocato tre finali.
Nadal cercherà di vincere uno dei pochi Master 1000 che mancano alla sua collezione (gli mancano anche Shanghai e Parigi Bercy). A Miami è stato sconfitto per ben quattro volte in finale, l’ultima nel 2014. Dovesse interrompere una maledizione cominciata nel 2005 (quando Federer rimontò uno svantaggio di due set e un break), tornerebbe in testa da solo nella classifica dei Master 1000 vinti in carriera, visto che domenica è stato raggiunto da Djokovic a quota 27.

ATP Miami 2016


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