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Cinque cose sul Master 1000 di Parigi Bercy

1. Chi ci sarà e chi no
Il nome più importante che manca dal tabellone del torneo di Parigi Bercy, ultimo Master 1000 dell’anno e unico torneo di questa categoria che si gioca indoor, è Milos Raonic, numero 9 del mondo e soprattutto finalista in carica. I 600 punti persi lo faranno sicuramente uscire dalla top-10 e il canadese terminerà l’anno intorno alla quindicesima posizione mondiale: aveva cominciato da numero 8. Quest’anno però Raonic ha avuto parecchi problemi fisici e non è mai riuscito a dare continuità ai suoi risultati. Negli Slam ha vinto otto partite e ne ha perse tre (ha saltato il Roland Garros nella speranza di giocare un buon Wimbledon, ma a Londra ha passato solo due turni), nei Master 1000 ha raggiunto una sola semifinale (a Indian Wells) e ha vinto un solo titolo (nell’ATP 250 di San Pietroburgo). L’altro assente è Tommy Robredo, il quale ha dovuto chiudere anticipatamente la stagione per un problema al piede sinistro, perdendo così i 300 punti della finale di Valencia 2014 e i 45 ottenuti a Bercy lo scorso anno. Non ci sarà neppure uno special exempt (il posto riservato a coloro che nella settimana precedente sono andati molto avanti nei tornei in cui erano impegnati e non hanno quindi potuto giocare le qualificazioni per Bercy): in tabellone entrano quindi Adrien Mannarino, Jiry Vesely e Fernando Verdasco. Janko Tipsarevic, in virtù del ranking protetto, avrebbe potuto essere uno dei tre sostituti ma ha deciso di non partecipare al torneo francese. Il cut-off a Bercy è particolarmente alto perché in questo Master 1000 tutte e 16 le teste di serie hanno un bye al primo turno. Di conseguenza in tabellone ci sono solo 48 giocatori. Le wild-card, che sono tre, sono state assegnate a tennisti francesi: Pierre-Hugues Herbert, Lucas Pouille e Nicolas Mahut.

2. Il tabellone
Roger Federer è scivolato in terza posizione per cui c’era la curiosità di vedere se sarebbe finito dalla parte di Novak Djokovic o da quella di Andy Murray. Il sorteggio ha deciso di metterlo nella metà dello scozzese e quindi per Djokovic non dovrebbero esserci ostacoli seri verso la quattordicesima finale consecutiva. Djokovic potrebbe effettivamente avere qualche sussulto al secondo turno contro Philipp Kohlschreiber, che questa settimana ha impegnato Roger Federer a Basilea per circa due ore, ma l’impressione è che il serbo non si distrarrà nemmeno in quello che è il Master 1000 tradizionalmente più incerto. La settimana di riposo che separa Bercy e le ATP World Tour Finals, infatti, dovrebbe convincere tutti i migliori a dare il massimo. In ottica quarti Djokovic potrebbe trovare uno tra Berdych e Tsonga mentre per il posto in semifinale c’è molta incertezza perché le quattro teste di serie finite in quella sezione di tabellone hanno dei buoni motivi per candidarsi ad un posto: Stan Wawrinka, Feliciano López, Kevin Anderson e Rafael Nadal possono dire la loro e ambire ad un posto tra gli ultimi quattro. Nella parte di Federer non ci sono grossi ostacoli: ottavi teorici con John Isner, quarti teorici con David Ferrer. Molto interessante, però, l’eventuale semifinale con Andy Murray (che nei quarti dovrebbe trovare Kei Nishikori o Richard Gasquet). Ipotizzando una vittoria a Basilea, Federer andrebbe a circa 400 punti di distacco dallo scozzese nella Race; di conseguenza una vittoria a Bercy dello svizzero (la seconda in carriera) lo porterebbe di nuovo in seconda posizione, garantendogli la certezza di non finire nel girone di Djokovic alle ATP World Tour Finals.

3. Gli italiani
I rappresentanti azzurri nei Master 1000 sono sempre gli stessi: Fabio Fognini e Andreas Seppi, entrambi al via senza una testa di serie (Fognini è attualmente numero 22 ATP, Seppi 27). Nessuno dei due ha mai ottenuto granché a Parigi e curiosamente il loro miglior risultato è arrivato passando per le qualificazioni. Fabio nel 2010 passò le qualificazioni e poi passò anche un turno battendo Michael Berrer in tre set (finora la sua unica vittoria nel Master 1000 francese) mentre Andreas fece meglio l’anno successivo eliminando Gicquel e Querrey nelle qualificazioni, Davydenko e Almagro (allora numero 11 del mondo) nel main draw. A nessuno dei due è andata particolarmente bene, considerato che al primo turno non potevano pescare testa di serie, ma Seppi ha certamente qualche chance in più: l’altoatesino affronterà infatti Pablo Cuevas e poi eventualmente Roger Federer; il ligure se la dovrà vedere con Bernard Tomic e poi eventualmente con Stan Wawrinka. Potenzialmente, insomma, si tratta di un antipasto della sfida di Coppa Davis che si svolgerà a marzo in Italia (ma Wawrinka potrebbe non esserci perché impegnato in un match di esibizione al Madison Square Garden). Possibilità di vederli agli ottavi: pochissime. Fognini e Seppi saranno certamente gli unici nostri rappresentanti, perché nelle qualificazioni non sono impegnati tennisti italiani.

4. Il programma
Le qualificazioni si giocano nel weekend, mentre il tabellone principale comincia lunedì. Ogni giornata fino a venerdì è divisa in due sessioni: la matinée e la soirée. La prima inizia a orari variabili, la seconda è fissa alle 19:30 sul campo centrale. Questo è il programma completo:

Lunedì 2 novembre: a partire dalle 11 nove match di primo turno; a partire dalle 19:30 due match di primo turno (il secondo non prima delle 20:30)
Martedì 3 novembre: a partire dalle 11 cinque match di primo turno e due match di secondo turno; a partire dalle 19:30 due match di secondo turno (il secondo non prima delle 20:30)
Mercoledì 4 novembre: a partire dalle 10:30 dieci match di secondo turno; a partire dalle 19:30 due match di secondo turno (il secondo non prima delle 20:30)
Giovedì 5 novembre: a partire dalle 10:30 sei ottavi di finale; a partire dalle 19:30 due ottavi di finale (il secondo non prima delle 20:30)
Venerdì 6 novembre: a partire dalle 14 due quarti di finale; a partire dalle 19:30 gli altri due quarti di finale (il secondo non prima delle 20:30)
Sabato 7 novembre: prima semifinale non prima delle 14:30; seconda semifinale non prima delle 17
Domenica 8 novembre: finale non prima delle 15.

5. I record
Prima della doppietta di Novak Djokovic (2013-2014), nessuno era mai riuscito a confermare il titolo di Parigi Bercy, torneo che si disputa dal 1968 con qualche interruzione (l’ultima negli anni ’80). Non è nemmeno mai capitato che un tennista giocasse tre finali di fila. Nessuno, infine, ha mai vinto più di tre titoli. Novak Djokovic, insomma, ha molti buoni motivi per vincere il quarto titolo dopo quelli ottenuti nel 2009 e nelle ultime due edizioni. Il record di titoli già gli appartiene (in coabitazione con il suo coach Boris Becker e con Marat Safin) mentre per quanto riguarda il numero di finali (cinque, sempre appartenente a Becker) dovrà aspettare almeno l’anno prossimo, visto che ha giocato tre finali fino ad oggi. In tabellone ci sono altri quattro campioni delle passate edizioni: Tomas Berdych (2005), Jo-Wilfried Tsonga (2008, ultimo titolo francese), Roger Federer (2011) e David Ferrer (2012). Tra i nomi più altisonanti che mancano dall’albo d’oro di Parigi Bercy spiccano quelli di Murray – che addirittura non ha giocato nemmeno una finale – e Rafael Nadal, solo finalista nel 2007, quando venne sconfitto da David Nalbandian.

ATP Parigi Bercy 2015


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